Progetto Italia Federalea cura di Francesco Paolo Forti |
e Scuola |
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Obiettivo
Si sente sempre più spesso affermare che scuola e sanità sono le competenze più tipicamente locali in un Paese federale. Obiettivo di questo documento è dare spessore a questa affermazione, approfondendo quei dettagli che più di altri caratterizzano l'approccio federalista al tema della educazione.
Principi guida: sussidiarietà e cooperazioneIl principio di sussidiarietà consiglia di non assegnare a livelli superiori di governo quei compiti che possono essere svolti altrettanto bene dal livello inferiore. La scuola è uno di questi casi. Gestire una scuola con 500 allievi è alla portata di qualsiasi micro-organizzazione. Alcuni aspetti più complessi, come i programmi scolastici, possono essere affidati ad un livello superiore ma ciò non significa che a questo livello debba essere poi affidata tutta la competenza scolastica. Alcuni territori potrebbero non avere risorse economiche sufficienti per costruire e gestire strutture scolastiche ma anche questo non deve portare alla alienazione di un diritto, quello di autogestire democraticamente le proprie strutture scolastiche. Casomai deve essere possibile individuare forme di finanziamento dall’alto per le spese di investimento e di compartecipazione per le spese di gestione. In questo senso possono essere individuate forme di cooperazione orizzontale (tra organismi politici di pari livello) e ove queste non bastassero anche verticali (con l’intervento del livello di governo immediatamente superiore). Da questo quadro emerge che possono essere trovate localmente molte soluzioni diverse, molti assetti cooperativi e sussidiari differenti. La scuola non sarà quindi organizzata allo stesso modo in tutto il Paese. Non sarà possibile dire cosa è migliore e cosa peggiore in assoluto ma avremo una pluralità di soluzioni, liberamente confrontabili ed adottabili, ognuna frutto del tentativo locale di trovare la migliore soluzione.
La somma di tutte queste soluzioni sarà comunque migliore della “soluzione unica” imposta centralmente a tutto il Paese, come avviene nella realtà ”centralizzata/decentrata”.
Come suddividere le competenze: assetto variabile
Il principio di sussidiarietà sopra enunciato parte, per essere applicato, dalla realtà politica più vicina al cittadino.
Iniziamo quindi dalle città, dai Comuni e dai quartieri delle grandi città.
Piccole realtà locali, con pochi abitanti (<20'000 abitanti) possono tranquillamente gestire in proprio o cooperativamente come minimo la scuola dell’obbligo. Ciò vuol dire che la scuola materna, quella elementare e la media inferiore (faccio riferimento alla denominazione precedente alla riforma) devono essere affidate ai Comuni, i quali svolgeranno il loro compito in proprio oppure associandosi con altri Comuni vicini, qualora la loro ridotta dimensione non premettesse la costruzione autonoma di edifici scolastici. Quando scrivo “affidare” intendo che questo livello politico deve costruire e gestire la scuola dell’obbligo e quindi deve disporre dei fondi necessari per farlo, assumere gli insegnanti, organizzare la scuola e la vita scolastica. Se non è in grado, deve essere messo in grado (nel senso che se ci sono ostacoli, essi vanno rimossi, fedelmente al dettato costituzionale). Può sembrare un compito gravoso e sicuramente lo è e si tratta di un compito politico ed organizzativo impegantivo che nei paesi federali viene svolto egregiamente proprio dai Comuni. Ciò significa che tecnicamente è possibile farlo.
È solo un problema di organizzazione, di risorse, di cultura.Nel caso di Comuni più grandi (superiori ai 100'000 abitanti) è sicuramente possibile ed economicamente sostenibile che essi possano gestire anche l’educazione superiore. Città come Milano, Roma, Napoli, Bologna, Torino e tante altre possono anche gestire e finanziare atenei, volendo. Tuttavia in caso di vasti territori che abbiano situazioni miste (piccoli e grandi comuni nel comprensorio), sarebbe problematica la distribuzione fiscale di quei costi. Le imposte comunali varierebbero a seconda dei compiti assunti ma quelle immediatamente superiori (provinciali quindi) dovrebbero tenere conto che nei comuni piccoli la scuola superiore è a carico della provincia (ed è quindi un costo provinciale) mentre nella grande città è un costo assunto dal Comune. Non è un problema, con l’informatica di oggi, gestire simili particolarità ma ciò rappresenta tuttavia un grado di complessità non auspicabile. E’ bene quindi che in un determinato territorio (provinciale o distrettuale) le soluzioni siano omogenee. Ciò comunque permette, per esempio, che in provincia di Varese la scuola dell’obbligo sia comunale e quella superiore sia provinciale e che contemporaneamente a Sondrio scelgano per una scuola interamente provinciale ed in Sicilia per una interamente regionale. La dislocazione migliore della competenza scolastica (università compresa) è comunque individuabile al 100% nella copia Comuni-Provincie e dalla loro collaborazione (federalismo cooperativo). La competenza in campo universitario può essere affidata sia alle Provincie che momenti cooperativi tra Provincie confinanti. Scelte "regionalistiche" sono possibili ma quasi sicuramente più costose e meno efficienti. Nell’ambito del federalismo competitivo poi ogni soluzione sarà valutata ed ognuno sarà libero di scegliere quella soluzione che reputa migliore. Da ciò consegue ovviamente che ogni territorio dovrà finanziare il proprio budget scolastico e che quindi i cittadini saranno messi di fronte al differente costo (ed al rapporto costi/benefici) di ogni soluzione locale. Questo presume un federalismo a finanze separate (mitigato da fondi di compensazione) e contratti di lavoro locali e differenziati, che tengano conto sia del locale costo della vita sia della disponibilità locale di risorse economiche.
Cosa rendere unico sul territorio nazionale
A livello nazionale servono standard unici, che probabilmente prima o poi diventeranno europei. Lo Stato centrale tuttavia è troppo distante per controllare l’applicazione di questi standard. Il livello regionale (coordinamento e controllo) è più adatto a questo.
I programmi scolastici possono essere preparati a livello macro-regionale (inteso come momento federativo di provincie). Un livello tipicamente di bacino macro-regionale è quello della formazione professionale. Esso però non dovrebbe essere inteso come “gestione regionale della competenza” ma come intervento sussidiario della macro-regione a sostegno dei un pari compito provinciale/distrettuale. Infatti le regioni (e a maggior regione le macro-regioni) non dovrebbero gestire nulla ma solo sostenere, coordinare, controllare. Tutta la gestione scolastica (politica ed organizzativa) ed il costo della gestione stessa (fiscalità) deve essere o comunale o provinciale. A livello nazionale rimane il finanziamento della ricerca cosiddetta “dura”.
Assetto scolastico federalista
Non è possibile definire con maggiore precisione l’assetto scolastico federalista. Sarebbe un controsenso logico. È infatti tipico dei paesi centralizzati stabilire centralmente ogni dettaglio. A questo proposito ricordo un celebre testo di Luigi Einaudi in cui proprio per esemplificare la rigidità delle organizzazioni scolastiche dei paesi centralizzati/decentrati affermava: <<…. Come quel ministro francese, guardando l'orologio, diceva: a quest'ora, nella terza classe di tutti i licei di Francia, i professori spiegano la tal pagina di Cicerone; così si può dire di tutti gli ordini di scuole italiane. Pubbliche o private, elementari o medie od universitarie, tutto dipende da Roma: ordinamento, orari, tasse, nomine degli insegnanti, degli impiegati di segreteria, dei portieri e dei bidelli, ammissioni degli studenti, libri di testo, ordine degli esami, materie insegnate. >>. In un paese federale ciò non avviene. Può avvenire casualmente, in quanto la diversità nelle soluzioni non è un obbligo e quindi ciò che il buon senso rende comune lo si trova in ogni territorio (Stato/Cantone/Länder) . Non è quindi possibile imporre un modello organizzativo federalista ma è possibile fare tanti esempi e lasciare libertà e responsabilità alle autorità locali di scegliere quello che più si adatta alla propria realtà, o di crearne uno proprio partendo dai principi ispiratori. Dal punto di vista federalistico quindi è scorretto imporre dall’alto un modello unico come quello “regionalista”, come sembra emergere dall’attuale riforma italiana. È quindi a puro titolo di esempio che sottopongo quello ticinese come applicabile ad un livello provinciale (il Ct. Ticino ha 300'000 abitanti, gestisce e finanzia in proprio ogni ordine di scuola, dalla materna alla università).
Un caso concreto. Svizzera e Ct. Ticino
Dati di fatto:
1. In Svizzera a livello federale non esiste un ministero della Pubblica Istruzione. La competenza è affidata interamente ai Cantoni.
I governi cantonali hanno ognuno un ministero della educazione e questi si coordinano tra loro tramite appositi momenti previsti nell’ambito del federalismo cooperativo (Confererenza Intercantonale). Ogni Cantone a sua volta ha stabilito con i propri Comuni come dividersi i compiti e questi ultimi stabiliscono, a seconda della loro maggiore o minore autonomia, come organizzarsi.
2. In base gli studi OECD nel settore scolastico, il sistema educativo pubblico svizzero appare comunque all’avanguardia e quindi degno di essere preso come modello di riferimento di un sistema “federalista” e “funzionante”. In particolare il Ct. Ticino ha una sua propria organizzazione scolastica, stabilita e finanziata autonomamente.
Sezione 5: Formazione, ricerca e cultura
Art. 78 Formazione
Art. 79 Ricerca
Art. 80 Aiuti all’istruzione
|
A complemento di questi compiti, l'organizzazione federale prevede unicamente tre uffici nel ministero dell'Interno (DFI = Dipartimento federale dell'Interno).
Nulla a che vedere con l'equivalente ministero dell'Interno italiano. Si occupa di welfare sanitario, previdenziale, di scuola.Ufficio federale dell'educazione e della scienza (71 funzionari; 1'164'447'016 Frs di budget)
Compiti: applica la legge federale sull'aiuto alle università e sviluppa con i Cantoni una politica universitaria coordinata, orgsnizza gli esami federali di maturità, concede fondi per il promovimento della ricerca (OCSE, ASE, CERN).Consiglio dei politecnici (5'783 posti di lavoro; 1'557'372'200 Frs di budget)
Sono i due politecnici federali di Zurigo e Losanna.Aggruppamento per la scienza e la ricerca (23 funzionari; 119'592'350 Frs di budget)
Coordina i due precedenti settori ed anche quello spaziale in base alla strategie del DFI.
Definizione
Art. 1 1) La scuola pubblica è un’ istituzione educativa al servizio della persona e della società. 2) Essa è istituita e diretta dal Cantone con la collaborazione dei Comuni. 3) L’ insegnamento è impartito in lingua italiana e nel rispetto della libertà di coscienza. 4) Alla conduzione della scuola partecipano le sue componenti secondo le modalità stabilite dalla presente legge. Finalità
Componenti della scuola
Ordinamento
[…….] Obbligo scolastico
Gratuità
[…….]
Consiglio di Stato
Autorità comunali e consortili
|
Nel 1994 il 18% delle spese totali dello Stato in Svizzera era assegnato
alla educazione ed alla formazione (Italia 8-9%)
Il dato è costante nel tempo ed è comunque la somma delle
spese di comuni (2900), cantoni (26) e Confederazione.
Ripartizioni percentuali
|
Confederazione % (94)
|
Cantoni % (94)
|
Comuni %(94)
|
Totale
|
Totale Svizzera
|
100.00
|
100.00
|
100.00
|
100.00
|
Amministrazione generale
|
3.28
|
6.30
|
10.16
|
6.29
|
Sicurezza pubblica
|
1.10
|
10.06
|
5.26
|
5.50
|
Educazione e formazione
|
7.57
|
26.06
|
21.96
|
18.27
|
Cultura e tempo libero
|
0.70
|
2.56
|
6.19
|
2.91
|
Sanità
|
0.41
|
20.11
|
17.17
|
12.22
|
Previdenza sociale
|
26.12
|
15.27
|
13.01
|
18.53
|
Traffico
|
15.07
|
5.54
|
8.87
|
9.89
|
Ambiente e territorio
|
1.55
|
2.62
|
8.83
|
3.97
|
Economia pubblica
|
10.07
|
3.37
|
1.87
|
5.36
|
Finanze ed imposte
|
14.46
|
7.56
|
5.77
|
9.54
|
Difesa Nazionale militare
|
14.50
|
0.56
|
0.89
|
5.66
|
Relazioni con l'estero
|
5.17
|
-
|
-
|
1.85
|
In rapporto al prodotto interno lordo, la spesa pubblica svizzera per l'educazione e la formazione è prossima al 6%.
I dati sono i seguenti (l'ultima colonna evidenzia il dato italiano dello stesso anno):
Dati in rapporto al PIL
|
Confederazione (94)
|
Cantoni (94)
|
Comuni (94)
|
Totale CH (94)
|
Italia (94)
|
Totale Svizzera
|
11.63
|
11.71
|
9.05
|
32.39
|
54.40
|
Amministrazione generale
|
0.38
|
0.74
|
0.92
|
2.04
|
4.6
|
Sicurezza pubblica
|
0.13
|
1.18
|
0.48
|
1.78
|
1.9
|
Educazione e formazione
|
0.88
|
3.05
|
1.99
|
5.92
|
4.9
|
Cultura e tempo libero
|
0.08
|
0.30
|
0.56
|
0.94
|
0.6
|
Sanità
|
0.05
|
2.35
|
1.55
|
3.96
|
5.8
|
Previdenza sociale
|
3.04
|
1.79
|
1.18
|
6.00
|
18.3
|
Traffico
|
1.75
|
0.65
|
0.80
|
3.20
|
3.1
|
Ambiente e territorio
|
0.18
|
0.31
|
0.80
|
1.29
|
1.1
|
Economia pubblica
|
1.17
|
0.39
|
0.17
|
1.74
|
2.2
|
Finanze ed imposte
|
1.68
|
0.88
|
0.52
|
3.09
|
10.1
|
Difesa Nazionale militare
|
1.69
|
0.07
|
0.08
|
1.83
|
1.8
|
Relazioni con l'estero
|
0.60
|
-
|
-
|
0.60
|
Il dato italiano (% di spesa per educazione su PIL) è andato stabilizzandosi, dopo i vari tagli, attorno al 4.6% (periodo 1995-1999).
|
1995
|
1996
|
1997
|
1998
|
1999
|
Servizi generali |
2.27
|
2.30
|
2.24
|
2.18
|
2.16
|
Difesa |
1.12
|
1.08
|
1.02
|
1.01
|
1.03
|
Ordine pubblico e sicurezza |
1.98
|
2.07
|
2.04
|
2.02
|
2.05
|
Affari economici |
1.35
|
1.34
|
1.35
|
1.35
|
1.37
|
Protezione dell'ambiente |
0.12
|
0.12
|
0.12
|
0.13
|
0.13
|
Abitazioni e assetto del territorio |
0.24
|
0.22
|
0.23
|
0.23
|
0.23
|
Sanità |
5.14
|
5.20
|
5.39
|
5.32
|
5.35
|
Attività ricreative, culturali e di culto |
0.41
|
0.42
|
0.45
|
0.47
|
0.48
|
Istruzione |
4.54
|
4.64
|
4.66
|
4.63
|
4.64
|
Protezione sociale |
0.68
|
0.68
|
0.68
|
0.66
|
0.67
|
Totale spese per consumi finali |
17.86
|
18.07
|
18.17
|
18.00
|
18.11
|
La spesa comunale e cantonale svizzera, già evidenziata nella tabella 1) può essere vista in chiave proporzionale sul totale della spesa educativa.
Come si vede l'86% della spesa per educazione e formazione svizzero è a livello periferico. Vale comunque il caso di sottolineare che in un paese federale, comuni e cantoni non sono enti amministrativi (come sono comuni e provincie d'Italia) ma sono invece organi politici dotati di sovranità e di finanza autonoma.Per quanto riguarda il Ct. Ticino, la spesa cantonale per l'educazione 1997 è stata pari al 22% del suo budget (era il 19.5% nel 1995) mentre la spesa comunale (1996) per l'educazione dei 245 comuni ticinesi è stata pari al 13.7% del totale delle spese comunali (era il 13% nel 1994). Questo con una ripartizione dei compiti che prevede le scuola materne ed elementari ai comuni e tutte le altre scuole al cantone.
La somma delle due spese (cantonale e comunale) rappresenta il 6.9% del reddito cantonale e costituisce un valido indicatore della capacità locale credere nella scuola ed investire di conseguenza. È probabile che qualcuno ritenga che questa propensione all'investimento educativo sia facile in un luogo come la Svizzera in cui abbondano risorse economiche ma chi crede nella scuola sa anche che è proprio l'investimento educativo ad essere base di ogni progresso e di ogni ricchezza, culturale ed anche economica. Una struttura scolastica simile, fortemente basata sulla autonomia della periferia la troviamo anche in altri paesi federali. La maggior parte dei paesi federali (evidenziati in azzurro) spende in educazione più della media OECD. Ovviamente la maggior spesa non è un indice immediato di migliori risultati. Può essere anche indice di spreco. Inoltre ci puo' anche essere chi spende meno ed ottiene risultati migliori. Il volume della spesa è comunque la base per calcolare un rapporto costi/benefici.
OECD countries (1997) |
|
|
Sweden |
6.8
|
6.9
|
Denmark |
6.5
|
6.8
|
Finland |
6.3
|
6.3
|
Austria |
6.0
|
6.5
|
Portugal |
5.8
|
5.8
|
France |
5.8
|
6.3
|
Switzerland |
5.4
|
6.0
|
Canada |
5.4
|
6.5
|
United States |
5.2
|
6.9
|
Iceland |
5.1
|
5.7
|
Belgium (Fl.) |
4.8
|
5.2
|
Spain |
4.7
|
5.7
|
United Kingdom |
4.6
|
m
|
Italy |
4.6
|
4.8
|
Germany |
4.5
|
5.7
|
Ireland |
4.5
|
5.0
|
Netherlands |
4.3
|
4.7
|
Japan |
3.6
|
4.8
|
Greece |
3.5
|
4.9
|
Country mean |
5.1
|
5.8
|
La qualità dell'insegnamento.
È sempre difficile valutare la qualità dei risultati. Il "quanto si spende" non è un indice diretto e non è una garanzia assoluta di migliori risultanti. Ci sono comunque vari benchmark internazionali (discutibili come tutto) che producono dei risultati comparabili e delle graduatorie. Non credo che da queste emerga in modo assoluto la validità assoluta, e forse nemmeno relativa, di un modello federalista rispetto ad uno centralizzato. Sono sicuramente da considerare le realtà relative alla didattica ed alla autonomia che ogni docente ha di adottare metodi diversi nonchè l'impatto di tutto ciò con la cultura del luogo. Tuttavia a parità di metodologia e didattica ciò che un paese spende ed investe nella educazione ha sicuramente la sua influenza. Nei paesi nordalpini si assiste ad una forte spesa scolastica ed anche a migliori performances. Questo non dovrebbe essere una pura coincidenza, così come non dovrebbe essere una coincidenza il fatto che tra i paesi che spendono di più ci sono i pochi paesi federali. Questi sono 23 su un totale di 170 paesi circa e sono comunque abbastanza omogenei nell'avere un buon sistema scolastico, bassa disoccupazione, alti stipendi del personale docente, buone performances sui risultati (fatte salve alcune eccezioni). Un'altra caratteristica, da abbinare ad un buon sistema educativo, è la presenza di sei paesi federali nella graduatoria degli undici paesi più ricchi, in dollari PPP (equiparati al costo della vita). Se si ritiene infatti che la ricchezza di un paese nasca inevitabilmente dal suo sistema scolastico non si può non rilflettere sul fatto che i paesi federali in ogni area del mondo sono tra i più ricchi del pianeta.
Un approfondimento su questo tema è disponibile in questo documento.
La qualità della spesa.
Mentre la spesa scolastica italiana è costituita per il 97.5% da stipendi per il personale docente ed amministrativo, la situazione è decisamente diversa (63%) nel caso svizzero/ticinese che viene analizzato in questo documento. La percentuale della spesa costituita dal personale è inferiore, malgrado, come vedremo, l'alto livello degli stipendi. Proporzionalmente si assiste ad una maggiore spesa per investimenti e per sussidi didattici moderni (informatica).
1996
|
1997
|
Insieme
|
||||
Tipologia di spesa |
245 Comuni
|
%
|
Cantone
|
%
|
Comuni + Cantone
|
%
|
Personale |
167'917
|
74.1
|
317'085
|
58.4
|
485'002
|
63.03
|
Beni e servizi |
24'603
|
10.9
|
51'182
|
9.4
|
75'785
|
9.85
|
Partecipazioni |
6'732
|
3.0
|
113'029
|
20.8
|
119'761
|
15.56
|
Investimenti |
27'407
|
12.1
|
61'558
|
11.3
|
88'965
|
11.56
|
Totale |
226'659
|
100.0
|
542'854
|
100.0
|
769'513
|
100.00
|
Tipologia di scuola | ||||||
Asili nido |
60'845
|
26.8
|
15'336
|
2.8
|
76'181
|
9.90
|
Scuole pubbliche |
150'813
|
66.5
|
219'388
|
40.4
|
370'201
|
48.11
|
Scuole speciali |
13
|
0.0
|
13'566
|
2.5
|
13'579
|
1.76
|
Formazione professionale |
2'028
|
0.9
|
143'482
|
26.4
|
145'510
|
18.91
|
Formazione degli insegnanti |
150
|
0.1
|
10'006
|
1.8
|
10'156
|
1.32
|
Scuole di formazione generale |
85
|
0.0
|
68'265
|
12.6
|
68'350
|
8.88
|
Formazione professionale superiore |
-
|
16'370
|
3.0
|
16'370
|
2.13
|
|
Università e ricerca |
12'505
|
5.5
|
42'067
|
7.7
|
54'572
|
7.09
|
Altri compiti |
220
|
0.1
|
14'374
|
2.6
|
14'594
|
1.90
|
Totale |
226'659
|
100.0
|
542'854
|
100.0
|
769'513
|
100.00
|
Per quanto riguarda le spese federali, nei due politecnici di Zurigo e Losanna la spesa del personale risulta pari al 40% del totale
La spesa indicata nella tabella 5) va rapportata al numero di allievi delle scuole pubbliche del Cantone: 48'900 circa su un totale di 308'000 abitanti. La spesa media è pari indicativamente a 15'700 Frs (circa 9'800 € per studente).
|
|||||
|
|
|
|
|
|
infanzia |
7'814
|
16
|
10'650
|
6'600
|
|
speciali |
535
|
1.1
|
36'000
|
22'311
|
|
elementari (5 anni) |
15'070
|
30.9
|
13'490
|
8'360
|
|
medie (4 anni) |
11'768
|
24.1
|
18'840
|
11'676
|
|
medie superiori |
4'475
|
9.2
|
20'280
|
12'568
|
|
scuole professionali |
4'041
|
8.3
|
22'620
|
14'019
|
|
scuole per apprendisti |
5'108
|
10.5
|
9'790
|
6'067
|
|
Totale scuole pubbliche |
48'811
|
100
|
94.5
|
||
Scuole private |
2'821
|
5.5
|
|||
Totale allievi |
51'632
|
100
|
Il personale docente nelle varie tipologie di scuola è riportato nella tabella 7).
Il personale della scuola dell'infanzia e della scuola elementare viene assunto e stipendiato dai 245 Comuni ticinesi, con un contributo cantonale per i Comuni finaziariamente più deboli. Lo stipendio medio è statisticamente dedotto dividendo la spesa del personale insegnante (senza quella del personale amministrativo) per il numero di unità a tempo pieno. Il calcolo quindi comprende una media delle anzianità di servizio. Per stimare lo stipendio netto (tolta la previdenza, la sanità e le imposte) si può togliere circa il 30%.
1997/98 | 1997/98 | 1997/98 |
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1997/98 | ||
Scuole pubbliche: docenti | Casi | % | Unità di lavoro al 100% |
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infanzia |
430
|
8.7
|
370
|
86'660
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53'707
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21.12
|
speciali |
120
|
2.4
|
87
|
93'977
|
58'242
|
6.15
|
elementari (5 anni) |
1'410
|
28.6
|
1'019
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104'505
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64'767
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14.79
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medie (4 anni) |
1'263
|
25.6
|
986
|
107'576
|
66'670
|
11.94
|
medie superiori |
510
|
10.3
|
406
|
120'219
|
74'505
|
11.02
|
scuole professionali |
830
|
16.8
|
410
|
134'496
|
83'354
|
9.86
|
scuole per apprendisti |
375
|
7.6
|
228
|
108'797
|
67'427
|
22.4
|
Totale scuole pubbliche |
4'938
|
100
|
3'506
|
Recentemente l'offerta educativa è stata estesa all'Università (USI), per ora Architettura, Scienze Economiche, Scienze della Comunicazione (860 studenti nell'anno 1998/99) ed alla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) con 417 studenti nello stesso anno.
Formazione professionale ed apprendistato.
Nel corso di 4 anni, dal 1995 al 1998 sono stati avviati alla professione 8'205 giovani (5'145 uomini e 3'060 donne).
Le principali professioni, per cui è prevista la formazione professionale specifica ed un contratto di tirocinio (apprendistato), sono riportate nella tabella seguente. L'elenco è comunque in rapida crescita.
agente in manutenzione di apparecchi informatici
agente tecnico di fonderia agente tecnico di materie sintetiche allestitore di prodotti stampati armaiolo assistente d'albergo cameriere conducente di autocarri costruttore di impianti e apparecchi costruttore di macchine elettriche costruttore di plastici architettonici cuoco cuoco per la dieta disegnatore catastale disegnatore del genio civile disegnatore di costruzioni in acciaio disegnatore di macchine disegnatore edile disegnatore in pianificazione del territorio disegnatore - metalcostruttore disegnatore - paesaggista elettricista elettronico per autoveicoli elettricista in radio e televisione elettromeccanico elettronico elettronico in audio e video fabbro di veicoli impiegata d'economia domestica collettiva incisore per rotocalco elettronico informatico laboratorista in biologia laboratorista in chimica laboratorista in fisica lattoniere da carrozzeria legatore magazziniere meccanico meccanico attrezzista meccanico d'apparecchi a motore meccanico di automobili (VL) meccanico di automobili (VP) meccanico di biciclette e ciclomotori meccanico di macchine meccanico di macchine agricole meccanico di motoveicoli meccanico di precisione metalcostruttore modellista di fonderia montatore elettronico montatore offset pellicciaio poligrafo riparatore di autoveicoli (VL-VP) sarta da confezione sarta da donna - sarta da uomo sarta industriale sellaio da carrozzeria serigrafo stampatore tecnologo di imballaggi tipografo verniciatore di carrozziere verniciatore industriale addetto alla cura dei tessili calzolaio carpentiere cementatore confettiere - pasticciere - gelatiere costruttore stradale creatore di tessili cucitore di pellicce cucitore per arredamenti interni decoratore d'interni decoratore - espositore disegnatore di arredamenti disegnatore di impianti sanitari disegnatore di riscaldamenti disegnatore di tessili disegnatore per impianti di ventilazione disegnatore - elettricista elettricista per reti di distribuzione estetista falegname fiorista fotografo fotografo di laboratorio gessatore giardiniere grafico impiegato specializzato in fotografia incastonatore installatore: tecnico della costruzione (impianti sanitari) installatore: tecnico della costruzione (riscaldamenti) lattoniere lattoniere - montatore di impianti sanitari macellaio - salumiere montatore di impianti sanitari montatore di impianti di refrigerazione montatore di impianti di ventilazione montatore di quadri elettrici montatore di riscaldamenti montatore elettricista muratore odontotecnico orafo orologiaio ottico panettiere panettiere - pasticciere parchettista |
parrucchiere (signora)
parrucchiere (uomo) piastrellista pittore pittore d'insegne e di pubblicita pittore su ceramica posatore di pavimenti scalpellino scalpellino tagliapietre scalpellino da laboratorio scultore su pietra selvicoltore spazzacamino tagliatore di diamanti tessitore a mano vasaio vetraio assistente di farmacia dirigente d'esercizio ferroviario impiegato d'ufficio impiegato di commercio impiegato di vendita libraio di negozio venditore Ufficio della formazione sociosanitaria aiuto familiare assistente di cura assistente di studio medico assistente di studio veterinario assistente geriatrico capo reparto capo settore educatore specializzato fisioterapista infermiere in cure generali infermiere in gerontologia e geriatria infermiere psichiatrico infermiere in oncologia infermiere in salute pubblica infermiere in igiene materna e pediatria insegnante assistente insegnante di una professione sanitaria laboratorista medico maestro socioprofessionale responsabile SAD tecnico in radiologia medica agente in manutenzione di apparecchi informatici agente tecnico di fonderia agente tecnico di materie sintetiche allestitore di prodotti stampati armaiolo assistente d'albergo cameriere conducente di autocarri costruttore di impianti e apparecchi costruttore di macchine elettriche costruttore di plastici architettonici cuoco cuoco per la dieta disegnatore catastale disegnatore del genio civile disegnatore di costruzioni in acciaio disegnatore di macchine disegnatore edile disegnatore in pianificazione del territorio disegnatore - metalcostruttore disegnatore - paesaggista elettricista elettronico per autoveicoli elettricista in radio e televisione elettromeccanico elettronico elettronico in audio e video fabbro di veicoli impiegata d'economia domestica collettiva incisore per rotocalco elettronico informatico laboratorista in biologia laboratorista in chimica laboratorista in fisica lattoniere da carrozzeria legatore magazziniere meccanico meccanico attrezzista meccanico d'apparecchi a motore meccanico di automobili (VL) meccanico di automobili (VP) meccanico di biciclette e ciclomotori meccanico di macchine meccanico di macchine agricole meccanico di motoveicoli meccanico di precisione metalcostruttore modellista di fonderia montatore elettronico montatore offset pellicciaio poligrafo riparatore di autoveicoli (VL-VP) sarta da confezione sarta da donna - sarta da uomo sarta industriale sellaio da carrozzeria serigrafo stampatore tecnologo di imballaggi tipografo verniciatore di carrozziere verniciatore industriale |
Sono previsti anche corsi per adulti.
Nel 1997/98 384 docenti hanno impartito 19'339 ore di lezione a 10'533 partecipanti per un totale di 260'000 ore di partecipazione.
Diritto allo studio.La scuola dell'obbligo è completamente gratuita, compresi i libri di testo.
Per il diritto allo studio, dopo la scuola dell'obbligo, sono previsti assegni e prestiti di studio.
Nell'anno 1997/98 sono stati erogati al 19.6% degli studenti aventi diritto (studi superiori ed universitari) circa 3'000 tra assegni e prestiti per un importo medio pari a circa 4'130 €.
1997/98 |
Casi
|
Totale Frs
|
Media Frs
|
Media Euro - € -
|
Assegni di studio |
2'610
|
17'300'145
|
6'628
|
4'108
|
Prestiti di studio |
613
|
4'155'175
|
6'778
|
4'201
|
Conclusioni.
Per quanto sia difficile fare conclusioni, perché molto può ancora essere descritto, il quadro esposto, e cioè di una scuola pubblica così autonoma da non avere un ministero nazionale ma solo una gestione locale (comunale e cantonale) di piccola scala (paragonabile alla scala provinciale italiana) è sicuramente positivo e costituisce uno dei migliori biglietti da visita per il federalismo "che nasce dal basso", quello cioè dei "piccoli territori". Il tutto avviene (e non per caso) non dall'altra parte del mondo ma a 80 Km da Milano, in un territorio di lingua e cultura italiana.
Il quadro economico e culturale svizzero risultante da un simile investimento educativo può essere riassunto in due serie di dati:1) economia (1997):
Tasso di attività: donne 57% / uomini 78.5% (Italia 34.8% e 61.8%).2) cultura (1998)
Disoccupazione <3% (Italia 12.4%)
Disoccupazione giovanile praticamente inesistente (Italia tra il 30 ed il 60% a seconda delle regioni).
Lavoro nero <10% (Italia 28.5%)Persone di 25-64 anni con diploma di grado terziario 22.9 % (Italia 8.7%)(Fonte: ufficicio federale di statistica e rapporto OECD "Education at a Glance 2000")
Persone di 25-64 anni con diploma di grado secondario 57.8% (Italia 30.3%)
Persone di 25-64 anni con con solo la scuola dell'obbligo 18.5% (Italia 56.4% , il 25% non ha finito l'obbligo)
Tiratura di quotidiani e riviste in Ticino 138'000 (su 308'000 abitanti circa)
Volumi prestati dalle biblioteche 125'015 in un anno.A sua volta l'economia permette un forte investimento educativo e la cultura generale della popolazione supporta e sostiene la convinzione di questa necessità fondamentale ed il cerchio si chiude.
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