Progetto Italia Federale

Approfondimenti
a cura di Francesco Paolo Forti
Federalismo 
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 Ultimo aggiornamento: Gennaio 2002
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Indice del documento e dei documenti collegati

Obiettivo Principi guida
Come suddividere le competenze Cosa rendere unico sul territorio nazionale
Assetto scolastico federalista Un caso concreto. Svizzera e Ct. Ticino
Organizzazione scolastica cantonale La spesa scolastica
La qualità dell'insegnamento Benchmark educativo (Nov 2001)
Comparazione tra stipendi scolastici nel mondo 
(dati 1997  2000 e 2003 )
La qualità della spesa
Formazione professionale ed apprendistato Il diritto allo studio
Conclusioni  
Obiettivo
Si sente sempre più spesso affermare che scuola e sanità sono le competenze più tipicamente locali in un Paese federale. Obiettivo di questo documento è dare spessore a questa affermazione, approfondendo quei dettagli che più di altri caratterizzano l'approccio federalista al tema della educazione.


Principi guida: sussidiarietà e cooperazione

Il principio di sussidiarietà consiglia di non assegnare a livelli superiori di governo quei compiti che possono essere svolti altrettanto bene dal livello inferiore. La scuola è uno di questi casi. Gestire una scuola con 500 allievi è alla portata di qualsiasi micro-organizzazione. Alcuni aspetti più complessi, come i programmi scolastici, possono essere affidati ad un livello superiore ma ciò non significa che a questo livello debba essere poi affidata tutta la competenza scolastica.  Alcuni territori potrebbero non avere risorse economiche sufficienti per costruire e gestire strutture scolastiche ma anche questo non deve portare alla alienazione di un diritto, quello di autogestire democraticamente le proprie strutture scolastiche. Casomai deve essere possibile individuare forme di finanziamento dall’alto per le spese di investimento e di compartecipazione per le spese di gestione.  In questo senso possono essere individuate forme di cooperazione orizzontale (tra organismi politici di pari livello) e ove queste non bastassero anche verticali (con l’intervento del livello di governo immediatamente superiore). Da questo quadro emerge che possono essere trovate localmente molte soluzioni diverse, molti assetti cooperativi e sussidiari differenti. La scuola non sarà quindi organizzata allo stesso modo in tutto il Paese. Non sarà possibile dire cosa è migliore e cosa peggiore in assoluto ma avremo una pluralità di soluzioni, liberamente confrontabili ed adottabili, ognuna frutto del tentativo locale di trovare la migliore soluzione.
La somma di tutte queste soluzioni sarà comunque migliore della “soluzione unica” imposta centralmente a tutto il Paese, come avviene nella realtà ”centralizzata/decentrata”. 


 
Come suddividere le competenze: assetto variabile
Il principio di sussidiarietà sopra enunciato parte, per essere applicato, dalla realtà politica più vicina al cittadino.
Iniziamo quindi dalle città, dai Comuni e dai quartieri delle grandi città.
Piccole realtà locali, con pochi abitanti (<20'000 abitanti) possono tranquillamente gestire in proprio o cooperativamente come minimo la scuola dell’obbligo. Ciò vuol dire che la scuola materna, quella elementare e la media inferiore (faccio riferimento alla denominazione precedente alla riforma) devono essere affidate ai Comuni, i quali svolgeranno il loro compito in proprio oppure associandosi con altri Comuni vicini, qualora la loro ridotta dimensione  non premettesse la costruzione autonoma di edifici scolastici.  Quando scrivo “affidare” intendo che questo livello politico deve costruire e gestire la scuola dell’obbligo e quindi deve disporre dei fondi necessari per farlo, assumere gli insegnanti, organizzare la scuola e la vita scolastica.  Se non è in grado, deve essere messo in grado (nel senso che se ci sono ostacoli, essi vanno rimossi, fedelmente al dettato costituzionale). Può sembrare un compito gravoso e sicuramente lo è e si tratta di un compito politico ed organizzativo impegantivo che nei paesi federali viene svolto egregiamente proprio dai Comuni. Ciò significa che tecnicamente è possibile farlo.
È solo un problema di organizzazione, di risorse, di cultura.

Nel caso di Comuni più  grandi (superiori ai 100'000 abitanti) è sicuramente possibile ed economicamente sostenibile che essi possano gestire anche l’educazione superiore. Città come Milano, Roma, Napoli, Bologna, Torino e tante altre possono anche gestire e finanziare atenei, volendo. Tuttavia in caso di vasti territori che abbiano situazioni miste (piccoli e grandi comuni nel comprensorio), sarebbe problematica la distribuzione fiscale di quei costi.  Le imposte comunali varierebbero a seconda dei compiti assunti ma quelle immediatamente superiori  (provinciali quindi) dovrebbero tenere conto che nei comuni piccoli la scuola superiore è a carico della provincia (ed è quindi un costo provinciale) mentre nella grande città è un costo assunto dal Comune. Non è un problema, con l’informatica di oggi, gestire simili particolarità ma ciò rappresenta tuttavia un grado di complessità non auspicabile.  E’ bene quindi che in un determinato territorio (provinciale o distrettuale) le soluzioni siano omogenee. Ciò comunque permette, per esempio, che in provincia di Varese la scuola dell’obbligo sia comunale e quella superiore sia provinciale e che contemporaneamente a Sondrio scelgano per una scuola interamente provinciale ed in Sicilia per una interamente regionale. La dislocazione migliore della competenza scolastica (università compresa) è comunque individuabile al 100% nella copia Comuni-Provincie e dalla loro collaborazione (federalismo cooperativo).  La competenza in campo universitario può essere affidata sia alle Provincie che momenti cooperativi tra Provincie confinanti. Scelte "regionalistiche" sono possibili ma quasi sicuramente più costose e meno efficienti. Nell’ambito del federalismo competitivo poi ogni soluzione sarà valutata ed ognuno sarà libero di scegliere quella soluzione che reputa migliore. Da ciò consegue ovviamente che ogni territorio dovrà finanziare il proprio budget scolastico e che quindi i cittadini saranno messi di fronte al differente costo (ed al  rapporto costi/benefici) di ogni soluzione locale. Questo presume un federalismo a finanze separate (mitigato da fondi di compensazione) e contratti di lavoro locali e differenziati, che tengano conto sia del locale costo della vita sia della disponibilità locale di risorse economiche.
Cosa rendere unico sul territorio nazionale
A livello nazionale servono standard unici, che probabilmente prima o poi diventeranno europei. Lo Stato centrale tuttavia è troppo distante per controllare l’applicazione di questi standard. Il livello regionale (coordinamento e controllo) è più adatto a questo.
I programmi scolastici possono essere preparati a livello macro-regionale (inteso come momento federativo di provincie). Un livello tipicamente di bacino macro-regionale è quello della formazione professionale. Esso però non dovrebbe essere inteso come “gestione regionale della competenza” ma come intervento sussidiario della macro-regione a sostegno dei un pari compito provinciale/distrettuale. Infatti le regioni (e a maggior regione le macro-regioni) non dovrebbero gestire nulla ma solo sostenere, coordinare, controllare. Tutta la gestione scolastica (politica ed organizzativa) ed il costo della gestione stessa (fiscalità) deve essere o comunale o provinciale. A livello nazionale rimane il finanziamento della ricerca cosiddetta “dura”.


Assetto scolastico federalista
Non è possibile definire con maggiore precisione l’assetto scolastico federalista. Sarebbe un controsenso logico. È infatti tipico dei paesi centralizzati stabilire centralmente ogni dettaglio.  A questo proposito ricordo un celebre testo di Luigi Einaudi in cui proprio per esemplificare la rigidità delle organizzazioni scolastiche dei paesi centralizzati/decentrati affermava: <<…. Come quel ministro francese, guardando l'orologio, diceva: a quest'ora, nella terza classe di tutti i licei di Francia, i professori spiegano la tal pagina di Cicerone; così si può dire di tutti gli ordini di scuole italiane. Pubbliche o private, elementari o medie od universitarie, tutto dipende da Roma: ordinamento, orari, tasse, nomine degli insegnanti, degli impiegati di segreteria, dei portieri e dei bidelli, ammissioni degli studenti, libri di testo, ordine degli esami, materie insegnate. >>. In un paese federale ciò non avviene. Può avvenire casualmente, in quanto la diversità nelle soluzioni non è un obbligo e quindi ciò che il buon senso rende comune lo si trova in ogni territorio (Stato/Cantone/Länder) . Non è quindi possibile imporre un modello organizzativo federalista ma è possibile fare tanti esempi e lasciare libertà e responsabilità alle autorità locali di scegliere quello che più si adatta alla propria realtà, o di crearne uno proprio partendo dai principi ispiratori. Dal punto di vista federalistico quindi è scorretto imporre dall’alto un modello unico come quello “regionalista”, come sembra emergere dall’attuale riforma italiana. È quindi a puro titolo di esempio che sottopongo quello ticinese come applicabile ad un livello provinciale (il Ct. Ticino ha 300'000 abitanti, gestisce e finanzia in proprio ogni ordine di scuola, dalla materna alla università).



Un caso concreto. Svizzera e Ct. Ticino
Dati di fatto:
1. In Svizzera a livello federale non esiste un ministero della Pubblica Istruzione. La competenza è affidata interamente ai Cantoni.
I governi cantonali hanno ognuno un ministero della educazione e questi si coordinano tra loro tramite appositi momenti previsti nell’ambito del federalismo cooperativo (Confererenza Intercantonale). Ogni Cantone a sua volta ha stabilito con i propri Comuni come dividersi i compiti e questi ultimi stabiliscono, a seconda della loro maggiore o minore autonomia, come organizzarsi.
2. In base gli studi OECD nel settore scolastico, il sistema educativo pubblico svizzero appare comunque all’avanguardia e quindi degno di essere preso come modello di riferimento di un sistema “federalista” e “funzionante”. In particolare il Ct. Ticino ha una sua propria organizzazione scolastica, stabilita e finanziata autonomamente.
Quadro giuridico-istituzionale: Costituzione svizzera entrata in vigore il 1.gennaio.2000:
Sezione 5: Formazione, ricerca e cultura

Art. 78 Formazione
1) Il settore scolastico compete ai Cantoni.
2) I Cantoni provvedono per una sufficiente istruzione scolastica di base. L’istruzione di base è obbligatoria e sottostà alla direzione o vigilanza dello Stato. Nelle scuole pubbliche, l’istruzione di base è gratuita. L’anno scolastico inizia tra metà agosto e metà settembre.
3) La legislazione sulla formazione professionale nell’industria, nelle arti e mestieri, nel commercio, nell’agricoltura e nell’economia domestica compete alla Confedera-zione.
4) La Confederazione può istituire, gestire o sostenere scuole universitarie e altri istituti di formazione superiore.
5) Le scuole pubbliche devono poter essere frequentate dagli aderenti a qualsivoglia confessione, senza pregiudizio della loro libertà di credo e di coscienza.

Art. 79 Ricerca
1) La Confederazione promuove la ricerca scientifica.
2) Può subordinare le sue prestazioni in particolare al fatto che il coordinamento sia garantito.
3) Può istituire, assumere in proprio o gestire centri di ricerca.

Art. 80 Aiuti all’istruzione
1) La Confederazione può sussidiare i Cantoni per le loro spese in materia di borse di studio e di altri aiuti all’istruzione.
2) A complemento delle misure cantonali e salvaguardando la sovranità scolastica dei Cantoni, può inoltre prendere propri provvedimenti per promuovere l’istruzione.

A complemento di questi compiti, l'organizzazione federale prevede unicamente tre uffici nel ministero dell'Interno (DFI = Dipartimento federale dell'Interno).
Nulla a che vedere con l'equivalente ministero dell'Interno italiano. Si occupa di welfare sanitario, previdenziale, di scuola.
  • Ufficio federale dell'educazione e della scienza (71 funzionari; 1'164'447'016 Frs di budget)

  • Compiti: applica la legge federale sull'aiuto alle università e sviluppa con i Cantoni una politica universitaria coordinata, orgsnizza gli esami federali di maturità, concede fondi per il promovimento della ricerca (OCSE, ASE, CERN).
  • Consiglio dei politecnici (5'783 posti di lavoro; 1'557'372'200 Frs di budget)

  • Sono i due politecnici federali di Zurigo e Losanna.
  • Aggruppamento per la scienza e la ricerca (23 funzionari; 119'592'350 Frs di budget)

  • Coordina i due precedenti settori ed anche quello spaziale in base alla strategie del DFI.
    Tab1)
    Ripartizioni percentuali
    Confederazione % (94) 
    Cantoni % (94) 
    Comuni %(94) 
    Totale
    Totale Svizzera
    100.00 
    100.00 
    100.00 
    100.00 
    Amministrazione generale
    3.28 
    6.30 
    10.16 
    6.29 
    Sicurezza pubblica
    1.10 
    10.06 
    5.26 
    5.50 
    Educazione e formazione
    7.57 
    26.06 
    21.96 
    18.27
    Cultura e tempo libero
    0.70 
    2.56 
    6.19 
    2.91 
    Sanità
    0.41 
    20.11 
    17.17 
    12.22 
    Previdenza sociale
    26.12
    15.27 
    13.01 
    18.53
    Traffico
    15.07 
    5.54 
    8.87 
    9.89 
    Ambiente e territorio
    1.55 
    2.62 
    8.83 
    3.97 
    Economia pubblica
    10.07 
    3.37 
    1.87 
    5.36 
    Finanze ed imposte
    14.46
    7.56 
    5.77 
    9.54 
    Difesa Nazionale militare
    14.50 
    0.56 
    0.89 
    5.66 
    Relazioni con l'estero
    5.17 
    1.85 
    In rapporto al prodotto interno lordo, la spesa pubblica svizzera per l'educazione e la formazione è prossima al 6%.
    I dati sono i seguenti (l'ultima colonna evidenzia il dato italiano dello stesso anno):
    Tab 2)
    Dati in rapporto al PIL
    Confederazione (94) 
    Cantoni (94) 
    Comuni (94) 
    Totale CH (94)
    Italia (94)
    Totale Svizzera
    11.63 
    11.71 
    9.05 
    32.39
    54.40 
    Amministrazione generale
    0.38 
    0.74 
    0.92 
    2.04 
    4.6
    Sicurezza pubblica
    0.13 
    1.18 
    0.48 
    1.78 
    1.9
    Educazione e formazione
    0.88 
    3.05 
    1.99 
    5.92 
    4.9
    Cultura e tempo libero
    0.08 
    0.30 
    0.56 
    0.94 
    0.6
    Sanità
    0.05 
    2.35 
    1.55 
    3.96 
    5.8
    Previdenza sociale
    3.04 
    1.79 
    1.18 
    6.00 
    18.3
    Traffico
    1.75 
    0.65 
    0.80 
    3.20 
    3.1
    Ambiente e territorio
    0.18 
    0.31 
    0.80 
    1.29 
    1.1
    Economia pubblica
    1.17 
    0.39 
    0.17 
    1.74 
    2.2
    Finanze ed imposte
    1.68 
    0.88 
    0.52
    3.09 
    10.1
    Difesa Nazionale militare
    1.69 
    0.07 
    0.08 
    1.83 
    1.8
    Relazioni con l'estero
    0.60 
    0.60 
     
    Il dato italiano (% di spesa per educazione su PIL) è andato stabilizzandosi, dopo i vari tagli, attorno al 4.6% (periodo 1995-1999).
    Tab 3)
    Spesa statale italiana per consumi finali in % del PIL (ISTAT)
    FUNZIONI
    1995
    1996
    1997
    1998
    1999
    Servizi generali
    2.27 
    2.30 
    2.24 
    2.18 
    2.16 
    Difesa
    1.12 
    1.08 
    1.02 
    1.01 
    1.03 
    Ordine pubblico e sicurezza
    1.98 
    2.07 
    2.04 
    2.02 
    2.05 
    Affari economici
    1.35 
    1.34 
    1.35 
    1.35 
    1.37 
    Protezione dell'ambiente
    0.12 
    0.12 
    0.12 
    0.13 
    0.13 
    Abitazioni e assetto del territorio
    0.24 
    0.22 
    0.23 
    0.23 
    0.23 
    Sanità
    5.14 
    5.20 
    5.39 
    5.32 
    5.35 
    Attività ricreative, culturali e di culto
    0.41
    0.42 
    0.45 
    0.47 
    0.48 
    Istruzione
    4.54 
    4.64 
    4.66 
    4.63 
    4.64 
    Protezione sociale
    0.68 
    0.68 
    0.68 
    0.66 
    0.67 
    Totale spese per consumi finali
    17.86 
    18.07 
    18.17 
    18.00 
    18.11 
    La spesa comunale e cantonale svizzera, già evidenziata nella tabella 1) può essere vista in chiave proporzionale sul totale della spesa educativa.
    Figura 1)
    Come si vede l'86% della spesa per educazione e formazione svizzero è a livello periferico. Vale comunque il caso di sottolineare che in un paese federale, comuni e cantoni non sono enti amministrativi (come sono comuni e provincie d'Italia) ma sono invece organi politici dotati di sovranità e di finanza autonoma.

    Per quanto riguarda il Ct. Ticino, la spesa cantonale per l'educazione 1997 è stata pari al 22% del suo budget (era il 19.5% nel 1995) mentre la spesa comunale (1996) per l'educazione dei 245 comuni ticinesi è stata pari al 13.7% del totale delle spese comunali (era il 13% nel 1994). Questo con una ripartizione dei compiti che prevede le scuola materne ed elementari ai comuni e tutte le altre scuole al cantone.

    La somma delle due spese (cantonale e comunale) rappresenta il 6.9% del reddito cantonale e costituisce un valido indicatore della capacità locale credere nella scuola ed investire di conseguenza. È probabile che qualcuno ritenga che questa propensione all'investimento educativo sia facile in un luogo come la Svizzera in cui abbondano risorse economiche ma chi crede nella scuola sa anche che è proprio l'investimento educativo ad essere base di ogni progresso e di ogni ricchezza, culturale ed anche economica. Una struttura scolastica simile, fortemente basata sulla autonomia della periferia la troviamo anche in altri paesi federali. La maggior parte dei paesi federali (evidenziati in azzurro) spende in educazione più della media OECD. Ovviamente la maggior spesa non è un indice immediato di migliori risultati. Può essere anche indice di spreco. Inoltre ci puo' anche essere chi spende meno ed ottiene risultati migliori. Il volume della spesa è comunque la base per calcolare un rapporto costi/benefici.

    Tab 4)
    Spesa in % sul PIL
    OECD countries (1997)
    Spesa Pubblica
    Spesa Pubblica e Privata
    Sweden
    6.8 
    6.9 
    Denmark
    6.5 
    6.8 
    Finland
    6.3 
    6.3 
    Austria
    6.0 
    6.5 
    Portugal
    5.8 
    5.8 
    France
    5.8 
    6.3 
    Switzerland
    5.4 
    6.0 
    Canada
    5.4 
    6.5 
    United States
    5.2 
    6.9 
    Iceland
    5.1 
    5.7 
    Belgium (Fl.)
    4.8 
    5.2 
    Spain
    4.7 
    5.7 
    United Kingdom
    4.6 
    Italy
    4.6 
    4.8 
    Germany
    4.5 
    5.7 
    Ireland
    4.5 
    5.0 
    Netherlands
    4.3 
    4.7 
    Japan
    3.6 
    4.8 
    Greece
    3.5 
    4.9 
    Country mean
    5.1 
    5.8 
    Fonte OEDC, rapporto 2000 sulla scuola


    La qualità dell'insegnamento.
    È sempre difficile valutare la qualità dei risultati. Il "quanto si spende" non è un indice diretto e non è una garanzia assoluta di migliori risultanti. Ci sono comunque vari benchmark internazionali (discutibili come tutto) che producono dei risultati comparabili e delle graduatorie. Non credo che da queste emerga in modo assoluto la validità assoluta, e forse nemmeno relativa, di un modello federalista rispetto ad uno centralizzato. Sono sicuramente da considerare le realtà relative alla didattica ed alla autonomia che ogni docente ha di adottare metodi diversi nonchè l'impatto di tutto ciò con la cultura del luogo. Tuttavia a parità di metodologia e didattica ciò che un paese spende ed investe nella educazione ha sicuramente la sua influenza. Nei paesi nordalpini si assiste ad una forte spesa scolastica ed anche a migliori performances. Questo non dovrebbe essere una pura coincidenza, così come non dovrebbe essere una coincidenza il fatto che tra i paesi che spendono di più ci sono i pochi paesi federali. Questi sono 23 su un totale di 170 paesi circa e sono comunque abbastanza omogenei nell'avere un buon sistema scolastico, bassa disoccupazione, alti stipendi del personale docente, buone performances sui risultati (fatte salve alcune eccezioni). Un'altra caratteristica, da abbinare ad un buon sistema educativo, è la presenza di sei paesi federali nella graduatoria degli undici paesi più ricchi, in dollari PPP (equiparati al costo della vita). Se si ritiene infatti che la ricchezza di un paese nasca inevitabilmente dal suo sistema scolastico non si può non rilflettere sul fatto che i paesi federali in ogni area del mondo sono tra i più ricchi del pianeta.
    Un approfondimento su questo tema è disponibile in questo documento.

    La qualità della spesa.
    Mentre la spesa scolastica italiana è costituita per il 97.5% da stipendi per il personale docente ed amministrativo, la situazione è decisamente diversa (63%) nel caso svizzero/ticinese che viene analizzato in questo documento. La percentuale della spesa costituita dal personale è inferiore, malgrado, come vedremo, l'alto livello degli stipendi. Proporzionalmente si assiste ad una maggiore spesa per investimenti e per sussidi didattici moderni (informatica).

    Tab 5)
    Spesa educativa dei 245 Comuni e del Cantone
     
    1996
     
    1997
     
    Insieme
     
    Tipologia di spesa
    245 Comuni
    %
    Cantone
    %
    Comuni + Cantone
    %
    Personale
    167'917 
    74.1
    317'085 
    58.4
    485'002 
    63.03 
    Beni e servizi
    24'603 
    10.9 
    51'182 
    9.4 
    75'785 
    9.85 
    Partecipazioni
    6'732 
    3.0 
    113'029 
    20.8 
    119'761 
    15.56 
    Investimenti
    27'407 
    12.1 
    61'558 
    11.3 
    88'965 
    11.56 
    Totale 
    226'659 
    100.0 
    542'854 
    100.0 
    769'513 
    100.00 
    Tipologia di scuola            
    Asili nido
    60'845 
    26.8 
    15'336 
    2.8 
    76'181 
    9.90 
    Scuole pubbliche
    150'813 
    66.5 
    219'388
    40.4 
    370'201 
    48.11 
    Scuole speciali
    13 
    0.0 
    13'566 
    2.5 
    13'579 
    1.76 
    Formazione professionale
    2'028 
    0.9 
    143'482 
    26.4 
    145'510 
    18.91 
    Formazione degli insegnanti
    150 
    0.1 
    10'006
    1.8 
    10'156 
    1.32 
    Scuole di formazione generale
    85 
    0.0 
    68'265 
    12.6 
    68'350 
    8.88 
    Formazione professionale superiore  
    16'370 
    3.0 
    16'370 
    2.13 
    Università e ricerca
    12'505 
    5.5 
    42'067 
    7.7 
    54'572 
    7.09 
    Altri compiti
    220 
    0.1 
    14'374 
    2.6 
    14'594 
    1.90 
    Totale
    226'659 
    100.0 
    542'854 
    100.0 
    769'513 
    100.00 
    Importi in migliaia di franchi svizzeri. Fonte: ufficio cantonale di statistica
    Per quanto riguarda le spese federali, nei due politecnici di Zurigo e Losanna la spesa del personale risulta pari al 40% del totale
    La spesa indicata nella tabella 5) va rapportata al numero di allievi delle scuole pubbliche del Cantone: 48'900 circa su un totale di 308'000 abitanti. La spesa media è pari indicativamente a 15'700 Frs (circa 9'800 per studente).
    Tab 6)
    Scuole pubbliche: allievi e costo medio per allievo




    Costi medi per allievo
    Scuole pubbliche: allievi 
    Casi 

    in franchi svizzeri
    in Euro - € -
    infanzia 
    7'814
    16

    10'650
    6'600
    speciali
    535
    1.1

    36'000
    22'311
    elementari (5 anni)
    15'070
    30.9

    13'490
    8'360
    medie (4 anni)
    11'768
    24.1

    18'840
    11'676
    medie superiori
    4'475
    9.2

    20'280
    12'568
    scuole professionali
    4'041
    8.3

    22'620
    14'019
    scuole per apprendisti
    5'108
    10.5

    9'790
    6'067
    Totale scuole pubbliche 
    48'811
    100
    94.5


    Scuole private
    2'821

    5.5


    Totale allievi
    51'632

    100


    Fonte: "Costi e finanziamento della scuola ticinese" e ufficio cantonale di statistica
    Il personale docente nelle varie tipologie di scuola è riportato nella tabella 7).
    Il personale della scuola dell'infanzia e della scuola elementare viene assunto e stipendiato dai 245 Comuni ticinesi, con un contributo cantonale per i Comuni finaziariamente più deboli. Lo stipendio medio è statisticamente dedotto dividendo la spesa del personale insegnante (senza quella del personale amministrativo) per il numero di unità a tempo pieno. Il calcolo quindi comprende una media delle anzianità di servizio. Per stimare lo stipendio netto (tolta la previdenza, la sanità e le imposte) si può togliere circa il 30%.
    Tab 7)
    Scuole pubbliche: docenti e stipendi medi lordi

    1997/98 1997/98 1997/98
    Stipendio medio lordo (1993)
    1997/98
    Scuole pubbliche: docenti  Casi  Unità di lavoro al 100%
    in franchi 
    in Euro - € - 
    Allievi per docente
    infanzia
    430
    8.7
    370
    86'660
    53'707
    21.12
    speciali
    120
    2.4
    87
    93'977
    58'242
    6.15
    elementari (5 anni)
    1'410
    28.6
    1'019
    104'505
    64'767
    14.79
    medie (4 anni)
    1'263
    25.6
    986
    107'576
    66'670
    11.94
    medie superiori
    510
    10.3
    406
    120'219
    74'505
    11.02
    scuole professionali
    830
    16.8
    410
    134'496
    83'354
    9.86
    scuole per apprendisti
    375
    7.6
    228
    108'797
    67'427
    22.4
    Totale scuole pubbliche 
    4'938
    100
    3'506



    Fonte: "Costi e finanziamento della scuola ticinese" e ufficio cantonale di statistica
    Recentemente l'offerta educativa è stata estesa all'Università (USI), per ora Architettura, Scienze Economiche, Scienze della Comunicazione (860 studenti nell'anno 1998/99) ed alla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) con 417 studenti nello stesso anno.


    Formazione professionale ed apprendistato.
    Nel corso di 4 anni, dal 1995 al 1998 sono stati avviati alla professione 8'205 giovani (5'145 uomini e 3'060 donne).
    Le principali professioni, per cui è prevista la formazione professionale specifica ed un contratto di tirocinio (apprendistato), sono riportate nella tabella seguente. L'elenco è comunque in rapida crescita.
    Tab 8)
    agente in manutenzione di apparecchi informatici 
    agente tecnico di fonderia 
    agente tecnico di materie sintetiche 
    allestitore di prodotti stampati 
    armaiolo 
    assistente d'albergo 
    cameriere 
    conducente di autocarri 
    costruttore di impianti e apparecchi 
    costruttore di macchine elettriche 
    costruttore di plastici architettonici 
    cuoco 
    cuoco per la dieta 
    disegnatore catastale 
    disegnatore del genio civile 
    disegnatore di costruzioni in acciaio 
    disegnatore di macchine 
    disegnatore edile 
    disegnatore in pianificazione del territorio 
    disegnatore - metalcostruttore 
    disegnatore - paesaggista 
    elettricista elettronico per autoveicoli 
    elettricista in radio e televisione 
    elettromeccanico 
    elettronico 
    elettronico in audio e video 
    fabbro di veicoli 
    impiegata d'economia domestica collettiva 
    incisore per rotocalco elettronico 
    informatico 
    laboratorista in biologia 
    laboratorista in chimica 
    laboratorista in fisica 
    lattoniere da carrozzeria 
    legatore 
    magazziniere
    meccanico
    meccanico attrezzista 
    meccanico d'apparecchi a motore 
    meccanico di automobili (VL) 
    meccanico di automobili (VP) 
    meccanico di biciclette e ciclomotori 
    meccanico di macchine 
    meccanico di macchine agricole 
    meccanico di motoveicoli 
    meccanico di precisione 
    metalcostruttore 
    modellista di fonderia 
    montatore elettronico 
    montatore offset 
    pellicciaio 
    poligrafo 
    riparatore di autoveicoli (VL-VP) 
    sarta da confezione 
    sarta da donna - sarta da uomo 
    sarta industriale 
    sellaio da carrozzeria
    serigrafo 
    stampatore 
    tecnologo di imballaggi 
    tipografo 
    verniciatore di carrozziere 
    verniciatore industriale 
    addetto alla cura dei tessili 
    calzolaio 
    carpentiere 
    cementatore 
    confettiere - pasticciere - gelatiere 
    costruttore stradale 
    creatore di tessili 
    cucitore di pellicce 
    cucitore per arredamenti interni 
    decoratore d'interni 
    decoratore - espositore 
    disegnatore di arredamenti 
    disegnatore di impianti sanitari 
    disegnatore di riscaldamenti 
    disegnatore di tessili 
    disegnatore per impianti di ventilazione 
    disegnatore - elettricista 
    elettricista per reti di distribuzione 
    estetista 
    falegname 
    fiorista 
    fotografo 
    fotografo di laboratorio 
    gessatore 
    giardiniere 
    grafico 
    impiegato specializzato in fotografia 
    incastonatore 
    installatore: tecnico della costruzione (impianti sanitari) 
    installatore: tecnico della costruzione (riscaldamenti) 
    lattoniere 
    lattoniere - montatore di impianti sanitari 
    macellaio - salumiere 
    montatore di impianti sanitari 
    montatore di impianti di refrigerazione 
    montatore di impianti di ventilazione 
    montatore di quadri elettrici 
    montatore di riscaldamenti 
    montatore elettricista 
    muratore 
    odontotecnico 
    orafo 
    orologiaio 
    ottico 
    panettiere 
    panettiere - pasticciere 
    parchettista 
    parrucchiere (signora) 
    parrucchiere (uomo) 
    piastrellista 
    pittore 
    pittore d'insegne e di pubblicita 
    pittore su ceramica 
    posatore di pavimenti 
    scalpellino 
    scalpellino tagliapietre 
    scalpellino da laboratorio 
    scultore su pietra 
    selvicoltore 
    spazzacamino 
    tagliatore di diamanti 
    tessitore a mano 
    vasaio 
    vetraio 
    assistente di farmacia 
    dirigente d'esercizio ferroviario 
    impiegato d'ufficio 
    impiegato di commercio 
    impiegato di vendita 
    libraio di negozio 
    venditore 
    Ufficio della formazione sociosanitaria
    aiuto familiare 
    assistente di cura 
    assistente di studio medico 
    assistente di studio veterinario 
    assistente geriatrico 
    capo reparto 
    capo settore 
    educatore specializzato 
    fisioterapista 
    infermiere in cure generali 
    infermiere in gerontologia e geriatria 
    infermiere psichiatrico 
    infermiere in oncologia 
    infermiere in salute pubblica 
    infermiere in igiene materna e pediatria 
    insegnante assistente 
    insegnante di una professione sanitaria 
    laboratorista medico 
    maestro socioprofessionale 
    responsabile SAD 
    tecnico in radiologia medica 
    agente in manutenzione di apparecchi informatici 
    agente tecnico di fonderia
    agente tecnico di materie sintetiche 
    allestitore di prodotti stampati 
    armaiolo 
    assistente d'albergo 
    cameriere 
    conducente di autocarri 
    costruttore di impianti e apparecchi 
    costruttore di macchine elettriche 
    costruttore di plastici architettonici 
    cuoco 
    cuoco per la dieta 
    disegnatore catastale 
    disegnatore del genio civile 
    disegnatore di costruzioni in acciaio 
    disegnatore di macchine 
    disegnatore edile 
    disegnatore in pianificazione del territorio 
    disegnatore - metalcostruttore 
    disegnatore - paesaggista 
    elettricista elettronico per autoveicoli 
    elettricista in radio e televisione 
    elettromeccanico 
    elettronico 
    elettronico in audio e video 
    fabbro di veicoli 
    impiegata d'economia domestica collettiva 
    incisore per rotocalco elettronico 
    informatico 
    laboratorista in biologia 
    laboratorista in chimica 
    laboratorista in fisica 
    lattoniere da carrozzeria 
    legatore 
    magazziniere 
    meccanico 
    meccanico attrezzista 
    meccanico d'apparecchi a motore 
    meccanico di automobili (VL) 
    meccanico di automobili (VP) 
    meccanico di biciclette e ciclomotori 
    meccanico di macchine 
    meccanico di macchine agricole 
    meccanico di motoveicoli 
    meccanico di precisione 
    metalcostruttore 
    modellista di fonderia 
    montatore elettronico 
    montatore offset 
    pellicciaio 
    poligrafo 
    riparatore di autoveicoli (VL-VP) 
    sarta da confezione 
    sarta da donna - sarta da uomo 
    sarta industriale 
    sellaio da carrozzeria 
    serigrafo 
    stampatore 
    tecnologo di imballaggi 
    tipografo 
    verniciatore di carrozziere 
    verniciatore industriale 
    Sono previsti anche corsi per adulti.
    Nel 1997/98 384 docenti hanno impartito 19'339 ore di lezione a 10'533 partecipanti per un totale di 260'000 ore di partecipazione.


    Diritto allo studio.

    La scuola dell'obbligo è completamente gratuita, compresi i libri di testo.
    Per il diritto allo studio, dopo la scuola dell'obbligo, sono previsti assegni e prestiti di studio.
    Nell'anno 1997/98 sono stati erogati al 19.6% degli studenti aventi diritto (studi superiori ed universitari) circa 3'000 tra assegni e prestiti per un importo medio pari a circa 4'130 €.

    Assegni e prestiti di studio 1997/98
    1997/98
    Casi 
    Totale Frs 
    Media Frs 
    Media Euro - € - 
    Assegni di studio
    2'610 
    17'300'145
    6'628 
    4'108 
    Prestiti di studio
    613 
    4'155'175 
    6'778 
    4'201 


    Conclusioni.
    Per quanto sia difficile fare conclusioni, perché molto può ancora essere descritto, il quadro esposto, e cioè di una scuola pubblica così autonoma da non avere un ministero nazionale ma solo una gestione locale (comunale e cantonale) di piccola scala (paragonabile alla scala provinciale italiana) è sicuramente positivo e costituisce uno dei migliori biglietti da visita per il federalismo "che nasce dal basso", quello cioè dei "piccoli territori". Il tutto avviene (e non per caso) non dall'altra parte del mondo ma a 80 Km da Milano, in un territorio di lingua e cultura italiana.
    Il quadro economico e culturale svizzero risultante da un simile investimento educativo può essere riassunto in due serie di dati:

    1) economia (1997):

    Tasso di attività: donne 57% / uomini 78.5% (Italia 34.8% e 61.8%).
    Disoccupazione <3% (Italia 12.4%)
    Disoccupazione giovanile praticamente inesistente (Italia tra il 30 ed il 60% a seconda delle regioni).
    Lavoro nero <10%  (Italia 28.5%)
    2) cultura (1998)
    Persone di 25-64 anni con diploma di grado terziario 22.9 % (Italia 8.7%)
    Persone di 25-64 anni con diploma di grado secondario 57.8%  (Italia 30.3%)
    Persone di 25-64 anni con con solo la scuola dell'obbligo 18.5% (Italia 56.4% , il 25% non ha finito l'obbligo)
    Tiratura di quotidiani e riviste in Ticino 138'000 (su 308'000 abitanti circa)
    Volumi prestati dalle biblioteche 125'015 in un anno.
    (Fonte: ufficicio federale di statistica e rapporto OECD "Education at a Glance 2000")

    A sua volta l'economia permette un forte investimento educativo e la cultura generale della popolazione supporta e sostiene la convinzione di questa necessità fondamentale ed il cerchio si chiude.



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