Analisi geografica dei risultati elettorali 1996 - 2001
Come è cambiata in 5 anni l'Italia politica delle 100 città
a cura di Francesco Paolo Forti


Vai a: pagina principale, 1996, 2001, il confronto degli schieramenti, il confronto tra i partiti, il valore aggiunto


Il Valore aggiunto

Premessa: per produrre questo genere di analisi geografica bisogna aggregare più di 470 collegi elettorali della camera nelle corrispondenti 103 province. Per rendere comparabile visivamente il 1996 con i dati del 2001, l'aggegazione ha tenuto conto delle nuove province anche per elezioni del 1996, quando esse non erano ancora attive. Nelle mappe geografiche ad ogni provincia viene assegnata una sfumatura di colore che è direttamente proporzionale alla percentuale (e quindi ai voti)  ricevuti. Lo standard usato assegna sfumature sempre più scure a percentuali elevate (un colore più scuro corrisponde quindi ad una maggior consenso e viceversa). Ogni mappa presenta una legenda che illustra l'intervallo di percentuali assegnate ad ogni sfumatura. Tra parentesi viene indicato il numero di province comprese in quell'intervallo.

Il valore aggiunto. Con questo termine si indica il fatto che uno schieramento politico, in ambito uninominale maggioritario, ottenga più consenso della somma dei voti ottenuti dai partiti che ufficialmente lo compongono. Nel 1996 l'Ulivo ottenne il 43.4% nelle schede proporzionali della Camera ed il 45.4% nelle schede uninominali, sempre alla Camera. Si parlò allora di un 2% di valore aggiunto della coalizione; voti non dei partiti ma frutto della capacità di una coalizione di attirare consenso oltre i partiti stessi. Sempre nel 1996 il Polo delle Libertà ottenne il 42.1% nelle schede proporzionali ed il 40.3% in quelle uninominali, realizzando di fatto il caso inverso (valore sottratto). In pratica alcuni elettori, pur votando AN, FI o Ccd-Cdu nel proporzionale, decisero di non votare per il Polo nella scheda uninominale. Anche alla Lega capitò qualcosa di simile (10.1% nel proporzionale, 9.9% all'uninominale) tanto che Polo e Lega nel complesso realizzarono un valore sottratto del 2%, speculare quindi a quello dell'Ulivo. Nelle elezioni del 2001 il fenomeno si ripresenta con ancora maggior forza. Il complesso dei partiti che sostiene l'Ulivo ottiene alla Camera il 35% nella quota  proporzionale, mentre nell'uninominale ottiene il 43.7% (+8.7%). Poichè RC non era presente nei collegi uninominali si può ragionevolmemte presumere (ed in questo studio lo si fa) che il 5% di voti di RC sia da conteggiare come forza che sostiene l'Ulivo (almeno nei seggi uninominali della Camera). Pur contando RC, rimane ancora un 3.7% di valore aggiunto (un incremento del 75% rispetto al 1996), voti che vengono da altri partiti extra-Ulivo/Rc. Nella CdL anche nel 2001 si ripresenta il caso di valore sottratto. Ottiene il 49.4% al proporzionale ed il 45.4% all'uninominale. Quindi c'è un 4% di valore sottratto, un raddoppio di quanto era accaduto al Polo 5 anni fa. Per dare una idea, il 4% - oltre a corrispondere alla soglia per avere seggi nella quota proporzionale - equivale nel 2001 ed alla Camera a 1'500'000 voti validi mentre il 3.7% equivale a circa 1'400'000 voti. Si tratta quindi di voti importantissimi, soprattutto nei seggi in cui c'e' maggiore equilibrio tra gli schieramenti. Poiché lo scopo di questo studio sui dati elettorali consiste non tanto nello spiegare cosa è successo ma soprattutto dove, si è reputato opportuno predisporre una serie di mappe per vedere dove ed in quale misura si è presentato il fenomeno, nel 96 e nel 2001, per i due schieramenti.

Il valore aggiunto dell'Ulivo nel 1996. L'analisi provinciale mostra che nel 1996 il 2% era un valore medio che nascondeva notevoli dislivelli. Per prima cosa ci sono una ventina di province in cui L'Ulivo ottiene meno voti all'uninominale rispetto al proporzionale (mappa a destra) e quindi per l'Ulivo in 1/5 delle province abbiamo casi di valore sottratto. Per circa 80 province invece abbiamo il vero e proprio valore aggiunto, anche di notevoli proporzioni. In 13 province esso supera il 5% mentre il valore medio nazionale (2%) viene superato in 42 province. In 5 province del Sud (Caltanissetta, Palermo, Enna, Lecce e Benevento) supera il 7%. La disposizione geografica è abbastanza a macchia di leopardo ma appare abbastanza netto il valore aggiunto a Sud ed in Sicilia ed il valore sottratto in alcune zone lungo il fiume Po. Nella mappa a sinistra il colore chiaro indica un basso valore aggiunto ed uno scuro uno elevato; in quella a destra il colorore scuro indica un forte valore sottratto. Le zone bianche di entrambe le mappe indicano zone di sostanziale parità di voti tra uninominale e proporzionale.

Il valore aggiunto dell'Ulivo nel 2001.
Nel 2001 il valore aggiunto dell'Ulivo (3.7%) è praticamente tutto positivo. Solo in tre province (Siracusa, Potenza e Isernia) è debolmente negativo (1% circa) e non vale la pena di preparare una mappa apposita. Il valore aggiunto si mostra relativamente più forte al Nord, lungo la fascia pedemontana ed in alcune zone del Centro-Sud. In 15 province supera il 6% ed in 51 province supera la media nazionale del 3.7%. Il valore aggiunto si dimostra più debole nel Centro-Nord, dove l'Ulivo è gia' forte ed ottiene il massimo dei voti e più forte là dove invece i partiti che lo compongono sono meno rappresentati. In questa mappa già si tiene conto del più che probabile contributo degli elettori di Rifondazione Comunista (desistente nel 96 e non presente nei seggi uninominali della camera nel 2001). 
Questi voti (cira 1'400'000) quindi vengono da elettori che nella quota proporzionale non hanno votato RC, DS, Margherita o Girasole. 
Da notare che in praticamente tutte le province (tranne le 3 citate) in cui nel 96 si registrava un valore sottratto, oggi l'Ulivo registra un valore aggiunto. 

Confronto Valore aggiunto Ulivo. Il passaggio da un valore aggiunto del 2% ad uno del 3.7% indica un incremento del 75% che può essere a sua volta seguito provincia per provincia. In 27 province dal 96 al 2001 c'è stata una perdita di valore aggiunto, soprattutto al Sud, perdita che in 12 casi ha superato il 2%. In 73 province invece si è registrato un aumento. Questo aumento è stato debole (< 1%) in 4 province, moderato (tra 1 e 3%) in 30 province e forte (>3%) in 39 province.
Queste due mappe mostrano che si è perso valore aggiunto al Sud e e lo si è guadagnato al Centro ed al Nord.

Valore sottratto Polo 1996. In queste mappe si mostra la dislocazione territoriale del valore sottratto del Polo (la Lega Nord ne l 96 non è non è conteggiata) pari all1.8%. In 29 province del Centro Nord, quasi tutte nel triangolo Emilia-Toscana-Liguria, il Polo aveva ottenuto un valore aggiunto (superiore al 2% in 9 province) mentre in più di 70 province aveva ottenuto un valore sottratto, concentrato al Nord ed al Centro-Sud e nelle isole. In 29 province il valore sottratto superava il 4% ed in 8 superava il 7%.

Valore sottratto della Cdl nel 2001.
Nel 2001, specularmente a ciò che accade per l'Ulivo, aumenta la differenza di voti tra uninominale (Cdl) e proporzionale (FI, Lega, AN, Ccd-Cdu). La differenza, negativa, è del 4% e lo studio a livello provinciale ci mostra che, con la sola eccezione di Matera (+0.77) dove si registra un debole valore aggiunto, in tutte le altre province italiane il segno è negativo, con forti punte al Nord (soprattutto il Nord-Est), nel Centro-Sud (fascia costiera sud tirreno; zona di forza di AN) e nelle isole. In 51 province il valore sottratto supera la media nazionale del 4%, in 22 supera il 6% ed in 6 casi (Isernia, Ancona, Biella, Vicenza, Agrigento e Salerno) supera il 9%. Le zone scure indicano le province in cui la CdL (Lega Nord compresa) è meno attrattiva rispetto alla somma dei suoi partiti.

Confronto Valore aggiunto Polo/Cdl Queste mappe confrontano il valore sottratto del Polo del 96 con quelllo della CdL del 2001. In pratica si misura la maggiore o minore attrattività della alleanza Polo-Lega, rispetto al 96 quando non erano uniti. Sostanzialmente si nota che il passaggio da un -1.8% del 96 al -4% del 2001 è situato principalmente al Nord. La CdL perde tutto il valore aggiunto che aveva guadagnato in Emilia, Liguria e Toscane nel 96 ed in più perde nel resto del Nord ed in particolar modo nel Nord-Est. Rare (23) e sparse - salvo una maggiore densità in Sicilia - le province in cui si verifica un incremento relativo di valore aggiunto (in 5 casi superiore al 5%). In 78 province invece si registra una perdita. In 21 province essa supera il 4% ed in 9 casi il 6%.

Confronto finale. A livello puramente visivo vengono riproposte appaiate le due mappe (Ulivo=+3.7%  e Cdl = -4%) relative al 2001.
Si notano alcune correlazioni tra i due fenomeni ma uno studio più accurato dovrebbe prendere in considerazione il buon valore aggiunto di Democazia Europea (+1.2%), quello debole di Italia dei Valori (+0.2%) e quello negativo della lista Pannella-Bonino (-1%) che però non era presente in tutti i collegi. I terzi poli comunque possono aver sottratto voti ai due principali schieramenti (direttamente o facendo da ponte per un flusso più complesso) ma anche senza considerarli si può osservare che il valore sottratto nel Nord alla CdL (si suppone di origine Lega Nord) si sia riversato verso l'Ulivo ed anche quello al Centro-Sud (si potrebbe pensare di origine AN) ha avuto una destinazione simile. Nel presente studio sono comunque presenti le mappe del voto dei terzi poli, sia nell'uninominale che nel proporzionale.