Appunti sulla riforma delle pensioni
Analisi particolare del problema legato alla "gobba" previdenziale del 2035


Premessa.
La struttura attuale della popolazione (la piramide delle età) è un dato di fatto che non può essere cambiato per quello che è.
Possiamo modificare parte del futuro facendo più o meno figli, favorendo politiche immigratorie o sfavorendo l'emigrazione. Ma non possiamo cambiare quello che è stato.
In passato solo epidemie, carestie e guerre hanno lasciato un segno indelebile nella popolazione, tracce lontane visibili ancora oggi.
Questi eventi sono per fortuna altamente improbabili nel 2000 ma forze ancora più grandi sono al lavoro. E non sono sotto il nostro diretto controllo.
Ad esempio il boom economico del dopo guerra ed il calo delle nascite iniziato negli anni70 lasciano segni nella piramide dell'età che sono più evidenti di quelli della seconda guerra mondiale, e della "spagnola", epidemia che imperverso'tra il 1918 ed il 1919, facendo piu' vittime della prima guerra mondiale.
Contemporaneamente l'aumento della durata della vita fa sì che questi fenomeni lascino un segno duraturo nella struttura della popolazione.  Come dire che ogni "segno" rimane per 75-80 anni ed anche di più.

Stato attuale - Elenco dei problemi.
  1. Il boom delle nascite avvenuto negli anni 50 e 60, con il picco circa 35 anni fa
  2. Il calo delle nascite, iniziato 30anni fa (1970-1975) e che continua a mostrare un basso tasso di nascite, quasi la metà di quello precedente.
I due aspetti sono perfettamente visibili nel grafico sottostante, ottenuto come elaborazione personale da dati ISTAT, scaricati nel 2002 dal database che l'ufficio di statistica mette a disposizione di chi visita il sito www.istat.it
Il grafico rappresenta quante persone, suddivise per sesso, nel 2001, hanno zero, uno, due ...... fino a 100 anni.
In pratica ci dice oggi come è fatta la popolazione di 57 milioni di abitanti, quanti giovani, quanti adulti, quanti anziani e osservando questui dati possiamo sapere quanti saranno gli adulti e gli anziani tra 30-40 anni.
Il grafico si chiama "piramide dell'età" perchè normalmente è a forma piramidale ed ancora oggi, osservando i dati demografici di paesi come l'Iran si osserva questa forma. Nel caso italiano, come in quello di tutti i paesi europei, si nota invece una forma che tutto puo' essere tranne che piramidale.

Fig 1) Piramide dell'età della popolazione italiana. Stato al 2001. Fonte ISTAT (dati 2002)


Nel grafico, volutamente ingrandito per permettere di osservare tuti i particolari utili, osserviamo:
a ) a sinistra la popolazione di sesso maschile
b) a destra la popolazione di sesso femminile
c) dal basso verso l'alto, l'età delle persone (persone di 5 anni, di 25, di 70 anni, fino a 100).
d) con la lunghezza delle barre, quante persone per quell'età
e) nei vari colori alcune categorie dello stato civile (celibi, nubili, coniugati, divorziati, vedovi) che possono servire per ulteriori ragionamenti.

Il grafico qui riportato ci permette di osservare molte cose, nell'immediato cosi' come indietro nel tempo.
Per esempio l'età in cui maschi e femmine iniziano a sposarsi (le femmine tra i 20 ed i 25 ed i maschi tra i 25 ed i 30) e quanti nubili/celibi di 40 anni o 60 anni ci sono.
Per esempio la predominanza (nota) del sesso femminile a partire dai 55-60 anni di età nonchè l'andamento dei divorzi nei sessi e nell'età oppure quante persone superano gli 80 anni.
Per esempio osservando la lunghezza delle barre all'altezza dei 55-60 anni, troviamo il segno che la seconda guerra mondiale ha lasciato sulla natalità. Non si tratta dei morti causati dalla guerra (i morti avevano tutte le età ma principalmente quella adulta e quindi erano nati 20-30-40 anni prima) ma del calo delle nascite (per ovvi motivi) tra il 1940 ed il 1945.  Andando oltre, la scala 80-85 indica il calo demografico causato dalla prima guerra mondiale e dalla epidemia nota come spagnola.

Per la nostra analisi della "gobba" previdenziale dobbiamo puntare lo sguardo su due punti, che per comodità evidenzio nella figura 2)

Fig 2)  Dettaglio relativo agli aspetti che determineranno la "gobba" del 2035


La zona indicata con A è quella del boom delle nascite che c'è stato tra 30 e 45 anni fa (quindi a grandi linee tra il 1955 ed il 1975. Ho indicato solo la parte a sinistra ma è implicito che si debba prendere in considerazione anche la parte a destra, quella della poplazione di sesso femminile, che segue un andamento speculare. 
Come vedete la lunghezza di quelle barre indica che per ogni anno ci sono piu' di 400'000 persone (il doppio quindi, pensando ad entrambi i sessi) ed in effetti in quegli anni nascevano quasi un 900'000 bambini ogni anno. Oggi quei bambini sono adulti tra i 30 ed i 45 anni e lavorano (anche se non tutti).

La zona B indica le nuove leve nate questi 20-25 anni, nate tra il 2000 ed il 1975. Oggi studiano o sono disoccupati ma domani saranno al lavoro. E saranno loro a finanziare il sistema pensionistico. Ma sono pochi. 600'000 ogni anno, se calcoliamo la media degli ultimi 25 anni; 570'000 se calcoliamo la media degli ultimi 20anni; 548'000 se prendiamo gli ultimi 10 anni. Come vedete c'è un graduale peggioramento, anche se gli ultimi due o tre anni indicano un impercettibile miglioramento.

Quelli della zona A, lavorando, rappresentano la più grande quota dei finanziatori della attuali pensioni, o per lo meno una parte di loro, dato che non tutti gli adulti lavorano e che nel campo femmile il lavoro è ancora una rarità.

Veniamo ai pensionati. Se osserviamo i pensionati di oggi, li troviamo nelle fasce di età a partire dai 55 anni, come da dettaglio di figura 3).

Fig 3) Dettaglio relativo a coloro che oggi sono in pensione di vecchiaia e (in parte) di anzianità.


Le aree colorate indicano le pensioni di vecchiaia (in giallino) e di anzianità (in verdino) ma ovviamente occorre considerare che per la vecchiaia non tutti hanno lavorato: le persone che sono tra i 65 ed i 100 anni lavoravano tra gli inizi del 1900 ed il 1935 e quelli non sono periodi noti per la piena occupazione. Molte pensioni di oggi sono quindi pensioni di invalidità, assegni di assistenza, pensioni di reversibilità. Per l'area relativa alle pensioni di anzianità occorre considerare che non tutti usano questa possibilità. Chi ha redditi da lavoro troppo bassi rimane al lavoro più a lungo ed attende il termine di vecchiaia. L'indicazione è quindi puramente visiva, per evidenziare l'ampiezza dei fenomeni ed il loro posizionamento relativavamente alle fasce d'età. 

Dal punto di vista quantitativo osserviamo che gli "over 65" nel 2001 erano circa 10 milioni e mezzo, con questa distribuzione per età:

Tab 1) distribuzione per età, sesso e stato civile delle persone di 65 anni e più.

Popolazione

residente

al

1

Gennaio

2001

per

età,

sesso

e

stato

civile

Eta'

Celibi

Coniugati

Divorziati

Vedovi

Totale maschi

Nubili

Coniugate

Divorziate

Vedove

Totale femmine

Tot gen

65

23'403

263'856

3'706

13'847

304'812

26'917

232'008

5'233

80'301

344'459

649'271

66

22'696

254'435

3'491

14'896

295'518

27'487

220'516

4'710

86'330

339'043

634'561

67

21'777

246'386

3'154

15'930

287'247

28'143

208'624

4'527

92'509

333'803

621'050

68

20'877

233'358

2'840

16'732

273'807

28'415

194'653

4'238

98'763

326'069

599'876

69

20'215

231'754

2'593

18'215

272'777

29'286

188'586

3'976

107'942

329'790

602'567

70

20'550

233'763

2'583

20'478

277'374

31'642

186'721

4'155

120'581

343'099

620'473

71

18'699

208'928

2'273

20'273

250'173

29'978

162'463

3'537

119'607

315'585

565'758

72

17'605

199'880

1'984

21'578

241'047

30'729

152'053

3'339

127'100

313'221

554'268

73

16'426

190'671

1'766

22'860

231'723

30'536

141'183

3'243

134'168

309'130

540'853

74

15'372

175'327

1'599

23'626

215'924

30'338

128'701

3'059

137'582

299'680

515'604

75

14'412

163'254

1'433

24'726

203'825

30'450

116'324

3'047

142'481

292'302

496'127

76

12'894

151'631

1'254

25'999

191'778

30'145

104'751

2'817

145'555

283'268

475'046

77

11'763

141'149

1'180

26'442

180'534

29'318

93'401

2'620

151'662

277'001

457'535

78

10'317

126'079

1'027

25'966

163'389

28'072

81'592

2'372

154'129

266'165

429'554

79

8'975

114'526

957

26'430

150'888

26'274

69'561

2'326

155'389

253'550

404'438

80

8'157

103'795

805

26'133

138'890

24'786

58'797

1'921

155'335

240'839

379'729

81

5'196

61'426

430

16'902

83'954

16'386

32'579

1'143

100'208

150'316

234'270

82

3'709

41'609

357

13'224

58'899

12'413

21'047

832

75'561

109'853

168'752

83

3'704

39'201

319

13'711

56'935

12'439

18'535

749

76'025

107'748

164'683

84

4'028

42'617

296

16'736

63'677

14'278

19'052

798

90'822

124'950

188'627

85

4'262

45'149

305

20'966

70'682

15'974

19'613

848

108'766

145'201

215'883

86

3'713

38'926

288

20'815

63'742

15'250

16'148

681

104'616

136'695

200'437

87

3'355

32'410

216

19'976

55'957

13'943

12'365

627

95'656

122'591

178'548

88

2'891

25'186

194

18'053

46'324

12'341

9'305

447

84'649

106'742

153'066

89

2'086

17'715

129

14'653

34'583

10'166

6'377

352

69'047

85'942

120'525

90

1'615

13'390

98

13'303

28'406

8'806

4'688

278

60'234

74'006

102'412

91

1'255

9'132

76

10'390

20'853

7'015

3'106

216

46'922

57'259

78'112

92

912

6'210

40

8'076

15'238

5'749

2'135

172

37'153

45'209

60'447

93

636

3'704

28

5'782

10'150

4'212

1'356

106

26'691

32'365

42'515

94

494

2'493

23

4'276

7'286

3'345

852

88

20'117

24'402

31'688

95

368

1'601

19

3'160

5'148

2'359

580

54

14'691

17'684

22'832

96

236

976

8

2'101

3'321

1'654

364

38

10'468

12'524

15'845

97

174

566

7

1'315

2'062

1'169

273

20

6'696

8'158

10'220

98

142

378

6

968

1'494

871

197

15

4'944

6'027

7'521

99

102

240

3

595

940

560

122

19

3'041

3'742

4'682

100 e più

235

447

8

1'010

1'700

1'050

338

15

5'057

6'460

8'160

TOTALE

303'251

3'422'168

35'495

550'143

4'311'057

622'496

2'508'966

62'618

3'050'798

6'244'878

10'555'935


La prima domanda che dobbiamo porci è "quanti saranno gli over-65 tra 30 o 40 anni?
La risposta non è facile e cercherò di darla verso la fine.  Prima infatti occorre riaggiornarci sul problema delle pensioni di anzianità.

Per quanto riguarda le pensioni di anzianità, se le intendiamo in senso stretto (57-64), oggi la struttura della popolazione interessata è la seguente:

Tab 2) distribuzione per età, sesso e stato civile delle persone in età di pensione di anzianità.

Popolazione

residente

al

1

Gennaio

2001

per

età,

sesso

e

stato

civile

Eta'

Celibi

Coniugati

Divorziati

Vedovi

Totale maschi

Nubili

Coniugate

Divorziate

Vedove

Totale femmine

Tot gen

57

26'982

283'116

6'332

6'515

322'945

25'001

271'531

8'157

34'745

339'434

662'379

58

27'326

280'788

6'090

7'197

321'401

25'073

268'380

7'760

38'611

339'824

661'225

59

27'571

282'465

5'738

8'030

323'804

25'635

268'446

7'474

43'601

345'156

668'960

60

29'210

311'068

5'907

9'766

355'951

28'238

292'240

7'761

53'682

381'921

737'872

61

28'271

307'630

5'404

10'671

351'976

28'033

285'267

7'194

58'499

378'993

730'969

62

26'597

299'004

5'126

11'622

342'349

27'771

273'878

6'663

64'642

372'954

715'303

63

24'901

275'615

4'492

11'945

316'953

26'669

250'261

5'915

66'423

349'268

666'221

64

23'109

258'335

3'865

12'286

297'595

26'215

232'006

5'354

70'406

333'981

631'576

TOTALE

213'967

2'298'021

42'954

78'032

2'632'974

212'635

2'142'009

56'278

430'609

2'841'531

5'474'505


Nel 1998 i pensionati di anzianità erano 2.278.497, pari a circa il 14% del complesso dei percettori di prestazioni pensionistiche, ai quali sono stati erogati nell'anno 66.000 miliardi di lire (ISTAT, 1999) pari a circa 34 milioni di Euro ogni anno (a loro volta pari al 21.5% del totale della spesa previdenziale).
Quindi non tutte le 5'470'000 persone che sono in età di pensionamento anticipato poi usufruiscono di tale possibilità ed inoltre dal
Grafico 1 casi di pensionati per classi di età si nota che ci sono alcuni casi di erogazione di pensioni IVS anche a soggetti con età a partire dai 50 anni e quindi la fascia estesa di età è più verosimilmente quella 50-64.

La più recente analisi ISTAT presenta questa stratificazione percentuale per classi di età per i
2.278.497 casi:

Tab 3) -Numero di pensionati di anzianità per tipologia e classe di età - Anno 1998 (dati percentuali)

CLASSI DI ETA’

INPS
FPLD

INPS
CDCM (a)

INPS
ARTIGIANI

INPS
COMMERCIANTI

INPS
ALTRE GESTIONI

INPDAP+
IPOST+FS

ALTRI REGIMI

2 o più PENSIONI

Totale


Meno di 50

0,5

0,0

0,0

0,0

1,9

16,4

7,5

2,5

5,6

50-54

20,1

13,5

7,3

6,6

17,1

25,6

15,4

13,5

18,3

55-59

47,7

48,7

43,8

47,9

41,6

36,4

33,2

42,2

42,7

60-64

31,8

37,8

48,9

45,5

39,4

21,6

43,8

41,8

33,5


Totale

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

(a) Coltivatori diretti, coloni e mezzadri.

Le pensioni di anzianità si confermano di importi medi molto elevati ed infatti viste le penalizzazioni solo chi ha redditi medio alti può reputare conveniente usufruire del prepensionamento. L'Istat pubblica questa tabella:

Tab 5) Numero di pensionati di anzianità per tipologia e classe di importo mensile - Anno 1998 (dati percentuali)

CLASSI DI
IMPORTO

INPS
FPLD

INPS
CDCM (a)

INPS
ARTIGIANI

INPS
COMMERCIANTI

INPS
ALTRE GESTIONI

INPDAP+
IPOST+FS

ALTRI REGIMI

2 o più PENSIONI

Totale


Fino a 999

1,9

45,2

10,9

20,5

3,0

2,8

8,2

1,6

8,1

1000-1999

26,7

37,6

73,7

64,3

2,4

37,8

14,2

22,1

34,6

2000-2999

49,4

14,4

13,0

11,4

15,2

39,7

15,1

38,7

34,5

3000-3999

14,9

2,2

2,1

2,8

63,9

16,4

11,2

20,1

14,8

4000 e più

7,1

0,6

0,4

0,9

15,4

3,3

51,2

17,4

8,0


Totale

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

(a) Coltivatori diretti, coloni e mezzadri

Dai dati indicati dall'ISTAT (purtroppo in vecchie lire) e comparati con quelli presentati nel documento appunti1, risulta che il problema non è affatto migliorato o risolto, come invece politica e stampa vorrebbero far credere.
Se è vero che il numero dei casi è leggermente diminuito (51'600 casi in meno) è invece leggermente aumentato l'onere per il sistema, da 33,4 a 34 milioni di Euro.

Si potrebbe dire che il problma è sostanzialmente stabile ma non che è risolto.
Ed una soluzione andrà trovata, visto cosa sta per accadere da qui al 2035.


Le simulazioni su come potrebbe essere la piramide dell'età nel 2035 infatti mostrano che il problema delle pensioni di anzianità sarà cruciale assai più di oggi. Queste simulazioni si possono fare applicando ai dati demografici attuali le tavole di sopravvivenza, sempre pubblicate dall'ISTAT. In pratica si tratta di vedere, dal punto di vista probabilistico quante delle persone di ogni età vive oggi potranno esserlo tra 35 anni. Il risultato di questo calcolo, condotto separatamente per uomini e donne e per ogni classe di età, ci porta a stimare, in modo del tutto ottimistico, che nel 2035 le persone con età ugale o superiore a 65 anni saranno circa 13.4 milioni, contro gli attuali 10.5 mentre coloro che saranno in quella che è l'attuale fascia di anzianità saranno 10 milioni (considerando la fascia 50-64 individuata oggi dall'ISTAT nella Tab4). Le stime sono da un certo punto di vista pessimistiche, perchè si usano tavole di sopravvivenza attuali (1999) mentre è noto che i progressi della medicina ed altri fattori portano ad un ulteriore incremento della durata della vita. Rifare il calcolo tra 10, 20, 30 anni con nuove tabelle ci darà (tutti lo speriamo) un risultato che mostrerà ancora piu' persone in vita. Da un altro punto di vista il calcolo è ottimistico in quanto non tiene conto (e non puo' farlo) di avvenimenti imprevisti come epidemie, carestie e guerre.

Il grafico esteso della piramide di età stimabile per il 2035 è presentato alla Figura 4. Ovviamente non è possibile stimare la dimensione delle fasce d'età per le persone che devono ancora nascere per cui la scala inizia da 35.

Fig 4) Ipotesi sulla piramide di età nel 2035

Fonte: elaborazione personale sui dati demografici ISTAT (2001) e tavole di sopravvivenza dell'ISTAT (1999).

Il grafico mostra nettamente la dimensione del problema e come vari livelli di pensionamento e pre-pensionamento potranno influire sulla sostenibilità del sistema previdenziale. La prima freccia indica i 50 anni, data che oggi viene indicata per i primi casi di pre-pensionamento (vedere tab 3 - ISTAT) e la seconda la data piu' classica, in base alle norme attuali. La terza freccia indica l'attuale limite di vecchiaia e la quarta indica il limite che in alcuni paesi inizia ad essere discusso (67-68 anni). Il grafico indica anche come saranno veramente pochi i lavoratori in grado di sostenere, con il loro lavoro, un sistema pensionistico basato solo sull'attuale metodo retributivo a compartizione, che prevede che chi lavora paghi le pensioni di chi è a riposo.

Nota:  il fatto che al momento del pensionamento si calcoli la rendita "come se avessimo un sistema contributivo" non sposta di molto la sostenibilità del sistema tra 30 anni.
Questo sistema i conti oggi ma forse ci regala l'illusione, essendo in pareggio, di aver evitato i problemi di domani.


Il grafico indica anche che se la punta massima si avrà nel 2035, si intuisce che esso inizierà a manifestarsi una decina di anni prima, quindi circa verso il 2025.

Soluzioni:
  • Per prima cosa sono da tutti indicati rimedi legati alla età del pensionamento. Sul grafico è visibile che spostare di un anno o due l'età del pensionamento di vecchiaia ha un grosso impatto sulla sostenibilità economica del sistema.
  • In secondo luogo è evidente che il problema delle pensioni di anzianità dovrà essere risolto come minimo 10-15 anni prima che il problema inizi a manifestarsi (quindi per il 2005-2010) in modo che la gradualità della soluzione abbia tempo per dare i suoi effetti. Ogni ritardo significa dover ricorrere, in seguito, a misure drastiche e prive di gradualità. Ci sono comunque ragionamenti che indicano opportuna questa riforma già da anni.
  • In terzo luogo è evidente che la soluzione è un sistema a due pilastri (primo retributivo ed intergenerazionale ed il secondo contributivo a a capitalizzazione privata). Ma è anche evidente che introdurre il secondo pilastro significa ripensare e riformare il primo. Nel caso del secondo pilastro siamo già in ritardo, dato che una capitalizzazione normale necessita di circa 40 anni e per essere pronti nel 2030 avremmo dovuto fare la riforma nel 1990. Il ritardo puo' in parte essere accumulato ricorrendo ai TFR per "comprare" anni arretrati.
  • In quarto luogo dovrà essere assicurata la massima occupazione, deve essere sconfitto il lavoro sommerso ed è evidente che anche un incremento della immigrazione nonchè un rientro di italiani emigrati potranno incidere sulle variabili del sistema.
Per quanto riguarda le relazioni tra primo e secondo pilastro ricordo che la proposta fatta nelle pagine precedenti (appunti1 e appunti2) è quella di arrivare gradualmente, da qui al 2030-2035, ad un primo pilastro uguale per tutti (che eroghi solo un minimo vitale al singolo o alla coppia di anziani) ed a finanziamento obbligatorio per tutte le categorie di lavoratori, autonomi e dipendenti.
Sarà il secondo pilastro (ed eventualmente anche un terzo, come già avviene in quelche paese)  a fornire l'integrazione superiore al minimo vitale.
La riforma proposta (e dettagliata negli altri documenti) dovrà valere solo per i nuovi rapporti di lavoro, mantenendo inalterati gli attuali diritti. Il passaggio da un sistema all'altro rimane il vero scoglio (matematico e politico).



Ultimo aggiornamento: Settembre 2003

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