Progetto Italia Federale

Approfondimenti
a cura di Francesco Paolo Forti
Dividere la 
Grande Repubblica
di Thomas Jefferson
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 Ultimo aggiornamento: Settembre 2000
 

 
Dividere la grande repubblica 
di Thomas Jefferson, lettera del 2 febbraio 1816 a J.C. Cabell 

"Il mezzo per avere un governo buono e fidato non sta  nell'affidare ad un unico organo tutto il potere ma nel  dividerlo tra molti, distribuendo a ciascuno esattamente le funzioni che e' in grado di assolvere. Che al governo nazionale siano affidate la difesa della nazione e le relazioni estere e federali; ai governi degli Stati le leggi, i diritti  politici e civili, la polizia e l'amministrazione di quanto  concerne lo Stato nel suo complesso; alle contee le materie di  interesse locale al livello della contea ed a ciascuna comunita'  minore gli affari che la interessano direttamente. E' dividendo e suddividendo la grande repubblica nazionale in queste  repubbliche minori da un estremo all'altro della gerarchia, finche' si giunga all'amministrazione da parte di ciascun  individuo della propria fattoria ; attribuendo ad ognuno la  direzione di cio' che il suo occhio riesce a sorvegliare  direttamente, che tutto verra' realizzato per il meglio.   Che cosa e' stato a distruggere la liberta' ed i diritti dell'uomo in ogni forma di governo esistita sotto il sole? L'estendere ed i concentrare tutti i poteri e tutte le attribuzioni in un solo corpo, non importa che si tratti degli autocrati di Russia o di Francia o dei patrizi del senato veneziano. Ed io sono convinto che se l'Onnipotente non ha decretato che l'uomo non debba mai essere libero (e sarebbe bestemmia il crederlo), si scoprira' che il segreto consiste nel farsi egli stesso  depositario dei poteri che si riferiscono a lui, nella misura in cui e' capace di esercitarli, e nel delegare soltanto quelli  che sono al di la' delle sue capacita', mediante un processo  sintetico, a gradi sempre piu' elevati di funzionari, in modo da conferire sempre meno poteri mano a mano che i delegati  rappresentano sempre piu' una oligarchia. Le repubbliche  elementari rappresentate dalle comunita' dalle contee, dagli Stati e dall'Unione federale formerebbero una gradazione di  autorita' ciascuna fondata sulla legge, investita ciascuna della sua sfera di poteri delegati, e costituenti per davvero un sistema di freni e contrappesi per il governo.  [....]  Come Catone, ai suoi tempi concludeva ogni suo discorso con le parole <<Carthago delenda est>>, cosi' io concludo sempre con  l'esortazione <<dividete le contee in comunita'>>. Cominciate con l'istituirle per una sola funzione; dimostreranno ben presto  per quali altre esse sono lo strumento migliore. Dio vi benedica, e benedica tutti come i nostri governanti, e dia loro la saggezza, cosi' come sono certo che avranno la volonta', di fortificarci, contro la degenerazione di un unico governo e la concentrazione di  tutti i poteri nelle mani dell'uno, dei pochi, della gente per bene o dei molti."